BOLZANO

Bolzano, anziana truffata con il trucco del figlio in cella

Vittima una ottantenne: si sono fatti consegnare più di 4.000 euro e gioielli Il raggiro è avvenuto prima per telefono e poi a casa della signora bolzanina


di Alan Conti


BOLZANO. «Suo figlio è stato arrestato. Sono necessari subito 10.000 euro per liberarlo altrimenti sono guai». È questa la frase che alcuni truffatori hanno riportato al telefono a un’anziana signora di 80 anni. Una telefonata mirata proprio a spaventare la donna per colpirla, poi, in un momento di debolezza.

Non appena riattaccata la cornetta, infatti, l’anziana bolzanina che abita nel rione San Quirino ha subito cominciato a chiamare, agitata, il figlio e tutti i parenti. Purtroppo nessuno le ha risposto contribuendo, involontariamente, ad allarmare ulteriormente la vittima e convincendola della veridicità dell’arresto. A quel punto, con precisione svizzera, si sono presentati alla sua porta gli stessi truffatori. «Ci consegni subito i soldi e noi facciamo in modo di liberare suo figlio immediatamente». Una richiesta perentoria cui la donna ha risposto affannandosi per trovare subito i fondi necessari alla scarcerazione. È corsa in casa e ha raccolto tutto il denaro contante che aveva consegnandolo ai truffatori. A quel punto, avendo con sé solo 4.000 euro, ha cercato di colmare la differenza offrendo ai malviventi un discreto numero di gioielli. I delinquenti, così, hanno arraffato tutto, ringraziato la signora promettendole nuovamente di intervenire in favore del figlio e si sono dileguati facendo perdere rapidamente le loro tracce.

Non è la prima volta che un meccanismo simile viene orchestrato per truffare degli anziani. Un altro signore, stavolta con più di 90 anni, ha subito il medesimo raggiro qualche mese fa sempre nella stessa strada, via Capri.

L’unica lieve differenza è che stavolta la finzione non prevedeva il carcere per il figlio, ma un improvviso ricovero sanitario che andava sostenuto con una forte spesa per le cure. In quel caso furono sottratti all’anziano, con più di 90 anni, 1.000 euro in contanti. L’anziana, in ogni caso, dopo essersi messa in contatto con il figlio, rendendosi conto della truffa, ha sporto denuncia in questura a Bolzano.

Sul caso, ora, stanno indagando gli uomini della squadra mobile guidati da Giuseppe Tricarico. Le piste investigative sono diverse, ma quella principale potrebbe essere legata ai tabulati telefonici.

La chiamata dei truffatori, infatti, è stata inoltrata da un numero fisso e non mobile. Potrebbe trattarsi di una cabina telefonica, ma potrebbe anche portare a un indirizzo preciso.

«Siamo sempre particolarmente sensibili a questo genere di raggiri mossi contro persone deboli come gli anziani» ha voluto sottolineare lo stesso Tricarico. «Proprio di fronte a questi casi, però, è necessario ribadire a tutte le persone, non solo agli anziani, di evitare di aprire la porta a chiunque non sia identificabile. Meglio ancora evitare di far entrare in casa chiunque non sia conosciuto. Purtroppo in questi episodi le vittime hanno anche avuto la sfortuna di non riuscire a mettersi in contatto subito con i propri cari aumentando così le proprie ansie e rafforzando la convinzione di trovarsi al cospetto di una vera emergenza. È bene, comunque, non fidarsi mai di chi chiede soldi in questo modo perché non rientra assolutamente in nessuna procedura legale».

Dietro al colpo, infine, c’è un certo studio della vittima e delle sue condizioni famigliari. Purtroppo i delinquenti colpiscono con attenzione.













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