Bolzano, cinquemila over 75 vivono soli 

Tommasini: «Ogni anno togliamo “barriere” in centinaia di case e costruiamo alloggi ad hoc ma vanno costruite relazioni»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. A Bolzano 5.032 over 75 vivono in casa da soli. E negli ultimi 40 anni in tutto l’Alto Adige è triplicato il numero degli over 60, passato dalle 43 mila persone del 1975 ai 127.000 di oggi. Numeri che fanno riflettere, a cui hanno cercato di dare risposte numerosi relatori al convegno organizzato dall’Ipes e dalla cooperativa “Abitare nella terza età” - “Nuovi modelli abitativi per anziani. Dalle parole ai fatti”. Insomma l'Alto Adige invecchia. Nel 2030 una persona su 3 sarà over 60. A tutt'oggi - secondo gli ultimi dati Ipes - sono più della metà del totale gli intestatari di contratto che hanno più di 60 anni.

E l'Istituto per l'edilizia agevolata si muove per trovare soluzioni abitative nuove, sempre più personalizzate, anche perchè va da sè che il bisogno di sicurezza è tanto più avvertito quanto più si è deboli.

L'assessore all'edilizia sociale Christian Tommasini ed il presidente Ipes Heiner Schweigkofler, spiegano che occorre costruire nuovi alloggi, riprogettare le case troppo grandi e realizzare nuovi miniappartamenti dove ci sia comunque spazio per la badante, insomma adeguare il più possibile - ogni volta che si può - l'esistente alle esigenze di questa nuova fascia di popolazione che si fa di anno in anno sempre più importante. Ma, attenzione, non ci si può fermare solo alle case. «Gli ultimi dati - dice Tommasini - parlano, in un solo anno, di 133 interventi per abbattere le barriere architettoniche e 18 interventi per l’installazione di servoscala. Installiamo ascensori, riadattiamo i bagni, allarghiamo porte, eliminiamo soglie e gradini. E soprattutto quando andiamo a costruire nuovi alloggi teniamo conto di queste nuove misure già in fase di progettazione». Ma non basta. «Dobbiamo creare anche una rete di rapporti perchè gli anziani possano sostenersi reciprocamente ed essere supportati anche dall'esterno, per esempio dai giovani che devono sentirsi responsabili della comunità. Per questo puntiamo ad edifici dove abitino anziani ma anche giovani che però devono impegnarsi a dare una mano. A fare rete». Tra le novità, in questo senso, la demolizione e la successiva ricostruzione dell’ex convitto Josefsheim in via Castel Flavon ad Aslago. «Si lo so, sono anni che l’edificio va sistemato ma va anche detto che è passato all’Ipes solo da poco». La struttura sarà demolita e ripensata, al momento uno studio di Brunico ha ottenuto l’incarico per la progettazione. Ci saranno una cinquantina di alloggi protetti per la terza età ma anche alloggi per giovani e soprattutto - precisa l’assessore - nuovi servizi». In arrivo anche una nuova struttura a Laives - in via Sottomonte - e ancora la scommessa del “social housing” sempre a Rosenbach ad Oltrisarco.

Sandro Repetto - assessore al sociale del Comune - ha in mano i numeri di Bolzano. «Sono più di cinquemila gli over 75 che vivono soli. Circa 800 persone abitano in casa di riposo, altre in alloggi protetti... ma non possiamo costruire case all’infinito visto come corre l’invecchiamento della popolazione. Dobbiamo coinvolgere i privati e creare nuove formule ma anche lavorare con la Provincia per creare “pacchetti” per far vivere gli anziani tranquilli anche da soli, collegandoli ad una centrale di assistenza. “Pacchetti” che l’anziano potrà acquisire chiedendo contributi». Da capire di cosa si stratti. «Oggi esistono molte soluzioni tecnologiche efficaci. Penso alla domotica, al telesoccorso, ai sensori di passaggio o di uso che monitorizzino l'attività fisica (il cui declino precede peggioramenti dello stato di salute). Penso a sensori ambientali che garantiscono la temperatura ottimale dentro l’appartamento, ma anche l’umidità e la luminosità. Sensori per monitorare il gas, l’acqua calda. Sensori per controllare la freschezza degli alimenti in frigo e sistemi di allarme anticadute. Non si tratta di soluzioni balzane o futuribili, si tratta di soluzioni concrete, per monitorare le condizioni di chi vive solo. E dobbiamo muoverci anche in questo senso». L’età avanza, siamo già in ritardo.













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