IL CAPOLUOGO DIMENTICATO

Bolzano deve tagliare anche il welfareDeficit milionario e la Provincia non paga

Al bilancio dei servizi sociali del capoluogo manca circa un milione e mezzo di euro e neppure l’ ultimo incontro tra Comune, Provincia, comunità comprensoriali è riuscito a dare all’Azienda dei servizi sociali certezze sul fatto che i soldi arriveranno. La conseguenza è che si dovranno tagliare servizi nel settore dei disabili e dei minori (nella foto l'assessore Patrizia Trincanato)


Antonella Mattioli


IL SONDAGGIO Bolzano Cenerentola dell'Alto Adige?

BOLZANO. Ancora una fumata nera. Al bilancio dei servizi sociali manca circa un milione e mezzo di euro e neppure l’ ultimo incontro tra Comune, Provincia, comunità comprensoriali è riuscito a dare all’Azienda dei servizi sociali certezze sul fatto che i soldi arriveranno.
 Ciononostante l’assessore comunale Patrizia Trincanato resta moderatamente ottimista, “perché - spiega - nell’incontro di giovedì Theiner ci ha garantito un incontro ad hoc: segno, almeno si spera, che è passato il concetto che il capoluogo garantisce servizi di livello provinciale e quindi ha bisogno di maggiori finanziamenti”.
 È quello che si augura anche Bruno Marcato, direttore dell’Assb, costretto a fare i salti mortali per far quadrare i conti. I fondi garantiti dalla Provincia per quest’anno sono 27,1 milioni di euro, contro i 27,5 del 2009. Un taglio contenuto, se non andassero conteggiati tre nuovi servizi e l’aumento del costo del personale. Secondo il Comune manca all’appello circa un milione e mezzo di euro. «Dei 27,1 milioni - spiega Marcato - 7 sono vincolati, ovvero destinati a servizi multizonali: senzatetto, profughi, immigrati, donne in difficoltà; gli altri 20 sono per i distretti e il settore della disabilità». In attesa di avere certezze sul budget, Marcato è già partito con l’operazione risparmi. «Per ridurre le spese abbiamo dovuto fare delle scelte che hanno comportato una riduzione delle prestazioni, tagli all’organizzazione interna, nel settore prevenzione minori e del personale (da sette dipendenti si è scesi a cinque) addetto all’inserimento lavorativo. Inoltre abbiamo rinunciato all’ufficio stampa e il bilancio sociale non viene più stampato ma si può visionare solo online». Una stretta si è avuta anche sul servizio handicap: «Si è deciso di fare quello che, nelle altre comunità comprensoriali si fa già da tempo, ovvero non vengono più garantiti certi automatismi nella sostituzione del personale. In linea di principio, per quanto riguarda assenze brevi fino a 5 giorni, l’operatore non viene sostituito e negli altri casi si valuta caso per caso. Ma il quadro vero della situazione lo avremo solo a maggio, quando ci saranno le cifre esatte relative ad entrate e uscite. A quel punto si saprà se possiamo permetterci qualche spesa in più oppure dovremo fare ulteriori tagli».
 A preoccupare Marcato, in questo momento, c’è anche il nuovo sistema di calcolo che la Provincia vorrebbe introdurre per finanziare gli asili nido. In sostanza, invece di dare un contributo per il servizio complessivo, si vorrebbe pagare una tariffa oraria. «Per noi - spiega il direttore dell’Assb - significherebbe rinunciare a 400 mila euro».
 L’assessore Trincanato e il sindaco Spagnolli si sono già mossi: chiedono alla Provincia di non modificare gli attuali criteri di finanziamento del servizio che penalizzerebbero in particolare il capoluogo, dove si trovano nove dei tredici asili nido di tutto l’Alto Adige. «La Provincia - critica Trincanato - vorrebbe applicare ai nido gli stessi criteri che oggi valgono per il servizio di Tagesmutter pagato ad ore. Ma le due cose non sono assolutamente paragonabili. E quindi, se il contributo per la Tagesmutter si calcola sulle ore effettive della prestazione, per l’asilo nido non può essere così, perché i costi del personale e della struttura ci sono comunque, anche se il bambino frequenta solo poche ore al giorno». In Comune hanno già fatto i conti: senza quei 400 mila euro o si aumentano le tariffe o si chiudono i servizi.













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