COMUNI IN RIVOLTA

Bolzano e Merano guidano la rivoltaai tagli dei contributi provinciali

Lettera di undici comuni altoatesini contro la riforma del sistema di calcolo della quota pro-capite che stabilisce i trasferimenti alle singole amministrazioni


Francesca Gonzato


IL SONDAGGIO Bolzano Cenerentola dell'Alto Adige?

BOLZANO.
Un gruppo di Comuni altoatesini non ci sta all’idea di vedersi tagliati i finanziamenti provinciali. Ha avuto l’effetto di un terremoto la bozza di riforma del sistema di calcolo della quota pro-capite (esclusi i finanziamenti per gli investimenti) presentata all’assemblea dei sindaci dal Consorzio dei Comuni. I nuovi parametri porteranno a un miglioramento per alcune amministrazioni, a un taglio pesantissimo per altre. Si parla di una diminuzione che può arrivare al 10 per cento, in alcuni casi anche oltre. Da questo è nata la lettera di undici sindaci ad Arnold Schuler (presidente del Consorzio). Una protesta netta: «Il nuovo modello di finanziamento è ancora più iniquo rispetto al precedente». Non manca l’accusa di mancata trasparenza. La richiesta è di riaprire la discussione. Il 27 novembre la bozza era stata approvata dall’assemblea dei sindaci tra i dubbi di alcuni. Altri dubbi si sono aggiunti. E quindi ecco la protesta di Bolzano, Merano, Laives, Vadena, Salorno, Bronzolo, Magrè, San Leonardo in Passiria, San Martino in Passiria, Moso in Passiria, Campo Tures.
 La lettera ha smosso le acque. Al Consorzio dei Comuni è iniziata proprio in questi giorni la trattativa per introdurre alcuni correttivi. Ma dallo stesso Consorzio ammettono: «Alcuni Comuni continueranno comunque a perdere, alcuni piccoli e Merano». Il fatto è che i Comuni, in sofferenza da anni, non possono permettersi di perdere neppure cento euro, replicano gli interessati. Theresia Degasperi Gozzi, sindaco di Magrè, racconta che il nuovo modello provocherebbe un taglio dagli attuali 581.250 euro di finanziamento provinciale a 485.000 euro. 96 mila euro all’anno in meno per una amministrazione in cui, racconta Theresia Degasperi Gozzi, «già guardiamo a ogni singolo euro che spendiamo». Più in grande, Merano si vedrebbe decurtati 2,5 milioni di euro su una ventina. Il sindaco di Vadena Alessandro Beati racconta di una previsione di perdita di 60 mila euro su 527 mila: «Dovremo indebitarci di nuovo».
 Bolzano perderebbe circa 200 mila euro su 64 milioni e i correttivi potrebbero ulteriormente ridurre l’impatto, ma il Comune contesta ugualmente la procedura e i criteri adottati.
 Il nuovo modello di finanziamento prevede di superare l’attuale quota pro capite che si ottiene dividendo i 269 milioni stanziati dalla Provincia (dato 2010) per il numero di abitanti dei Comuni (divisi in tre fasce). Il nuovo modello introduce 15 parametri che dovrebbero delineare meglio le differenze tra un Comune e l’altro (vedi tabella). Oltre alle critiche mosse ad alcuni dei parametri, il dato di fondo è che alcuni Comuni vedranno finalmente aumentato il budget, mentre altri lo vedranno ridotto, perché si dividerà in modo diverso la medesima torta. E’ su questo che non ci stanno. Nella lettera i sindaci ricordano di rappresentare il 35% della popolazione criticano come si è arrivati all’approvazione in assemblea: «La votazione si è svolta in maniera del tutto affrettata e precipitosa». Più avanti: «Il sistema presenta ancora delle lacune, mancano parametri fondamentali» E ancora: «Gli esperti e i responsabili non sono stati in grado di comunicare adeguatamente i contenuti del nuovo modello di finanziamento».
 Tra i correttivi è prevista la penalizzazione dei Comuni che incassano dividendi da società di produzione di energia elettrica. Diego Cavagna, vicesindaco di Merano, si ribella: «E’ una manovra assurda. Di fatto i dividendi di Ae e altre società verrebbero distribuiti a tutti i Comuni, perché noi rinunceremmo a una parte della pro-capite che ci spetta».













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