IL CASO

Bolzano, la piscina dei disabili non riapre 

Via Fago, chiusa per la rottura della caldaia dell’acqua calda. Il Centro e le associazioni in grandi difficoltà


di Davide Pasquali


BOLZANO. Poco, davvero poco importa il perché e anche il per come. Fatto sta che ieri, quando ormai tutti quanti speravano che la situazione dopo settimane e settimane di disagi patiti si sarebbe finalmente sbloccata, come preannunciato da diversi giorni, l’ennesima doccia fredda: la piscina del centro riabilitazione disabili di via Fago non riaprirà nemmeno lunedì prossimo. Niente caldaie nuove, non si può riscaldare l’acqua, ergo si tiene chiuso. In grossissime difficoltà molte associazioni bolzanine.

Cominciamo proprio dagli utenti, molti dei quali deboli. Qui in via Fago 14, infatti, non si nuota per diletto. Tranne forse i bimbi piccoli che, con mamme e papà seguono i corsi di acquaticità, cui in linea di massima si potrebbe anche rinunciare o che magari si potrebbero posticipare, tutti gli altri utenti sfruttano l’impianto per serissimi fini curativi e/o riabilitativi. Al portone della piscina sta affisso il calendario delle ore distribuite su base settimanale. Vengono citati enti e associazioni: l’Associazione sportiva dilettantistica Ginnasticamente, il servizio riabilitativo dell’Asl, il servizio neurologia dell’Asl, l’Azienda servizi sociali, la Comunità comprensoriale Salto Sciliar, l’associazione Rheuma Liga, la Uisp, l’Ussa, l’associazione Parkinson. Quasi tutta gente, insomma, che avrebbe proprio bisogno di quell’acqua calda, particolarmente calda. Perché al centro disabili di via Fago non ci si riscalda nuotando, ci si riabilita, ci si fa fisioterapia. Motivo per cui l’acqua deve essere mantenuta ad una temperatura adeguatamente elevata per permettere di rimanere a mollo per una mezz’ora, tre quarti d’ora anche a chi si muove a stento, o con difficoltà. Ce ne sono poche, pochissime, di piscine così nella nostra città.

La vasca divertimento della coperta al Lido, la piccola piscina privata della Marienschule. Poche, ovviamente iperaffollate. E nella stagione invernale servono ancora di più. Anche per via Fago ci sono liste d’attesa, le ore vengono concesse con il contagocce. Quest’anno è andata peggio. Il 6 dicembre la prima comunicazione: caldaia guasta, risolveremo, la temperatura verrà ristabilita. Un po’ ha tenuto, ma poi il problema si è ripresentato: caldaia ancora guasta. E con l’acqua fredda, niente attività. Il 5 febbraio la comunicazione ufficiale di chiusura della piscina per caldaie irreparabilmente danneggiate nel mese di gennaio.

Le nuove caldaie si sarebbero dovute installare ieri, per riaprire l’impianto da lunedì. Ieri, invece, sul portone di ingresso della piscina è comparsa l’ennesima, algida email, firmata dal dirigente Assb Luigi Corradini: «Con mia precedente email avevo comunicato che la piscina sarebbe stata riaperta dal 25 febbraio. Purtroppo è sopravvenuto un imprevisto e la impresa fornitrice delle caldaie non è riuscita a rispettare i tempi di installazione a suo tempo stabiliti. Pertanto spero vivamente che durante la settimana prossima i lavori possano concludersi e sarà mia cura informarvi tempestivamente in merito alla data di effettiva riapertura».













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