Cannabis per uso medico Approvata la mozione

Il consiglio provinciale incarica l’assessore Stocker di fare richiesta al ministero I malati potrebbero abbattere i costi dei farmaci da 35 a 3,5 euro al grammo


di Alan Conti


BOLZANO. Coltivare marijuana a scopi terapeutici in una manciata di chilometri quadrati sul territorio altoatesino. È questa la richiesta che da Palazzo Widmann potrebbe partire verso gli uffici del ministero della Salute. O meglio: quanto dovrebbe fare l’assessore alla sanità Martha Stocker seguendo una mozione presentata ieri in consiglio provinciale da Elena Artioli ed approvata con 18 sì e 10 no (stralciando, però, l’indicazione che faceva riferimento al centro di Laimburg) .

Per spiegare il perché di un meccanismo che si vuole innescare sulla cannabis per uso terapeutico è bene partire dalla fine. Oggi i malati che hanno bisogno di farne ricorso pagano un grammo circa 35 euro perchè la materia prima deve essere trattata in Olanda. Portando in Italia la produzione la spesa crollerebbe a 3,5/4 euro. Come si può fare? La filiera, per la verità, sarebbe immediatamente eseguibile. «A Rovigo - spiega Stefano Balbo, vicepresidente dell’associazione nazionale per la cannabis terapeutica - forniscono le talee che possono essere coltivate poi a Laimburg in 3 o 4 metri quadrati con delle lampade a 600 watt. In 4 mesi le piante sono pronte e andrebbero spedite a Firenze nel centro autorizzato per essere gammate, ovvero purificate da qualsiasi muffa». Lo scoglio tecnicamente più impegnativo, insomma, si ridurrebbe alla produzione di energia per scaldare l’area di produzione. «Sì, è il minimo davvero. L’abbattimento dei costi è un obiettivo che andrebbe perseguito con forza».

Serve, però, che l’assessore Stocker prenda le vie istituzionali per la richiesta ufficiale nonostante la poca convinzione. «Esiste già un progetto pilota ministeriale con le Regioni e Laimburg esula da questo. Non piacerebbe certo a nessuno fare del centro un presidio militare». Resta in sospeso il motivo per cui 4 metri quadri di piantagione debbano essere piantonati dall’esercito. «Nessuno ha mai fatto una richiesta simile - la replica di Balbo - anche perchè non ce ne sarebbe nessuna necessità. Si tratta semplicemente di una scelta dettata dalla possibilità di lenire il dolore. Negli Stati Uniti la metà dei pazienti con malattie che possono trovare giovamento dalla cannabis vengono curati con questi farmaci. Nessuno ci trova nulla di scandaloso».

Elena Artioli (Team Autonomia), intanto, promette battaglia continua oltre la mozione. «Starò addosso all’assessore Stocker tutti i mesi per sollecitarla ad inviare la richiesta al ministero. La scelta di Laimburg rientrava semplicemente nella necessità di disporre di un terreno che sia di mano pubblica per una coltivazione di questo tipo». Nel piccolo dibattito che ha preceduto l’approvazione della mozione Artioli ha incassato l’appoggio della destra tedesca nelle parole di Andreas Pöder (Bürger Union) e Sven Knoll (Stf). Particolarmente partecipe Veronika Stirner Brantsch (Svp): «All’estero questi medicinali sono permessi. Io, oltretutto, sono a favore di una liberalizzazione generale della cannabis, non solo a scopi terapeutici. Ritengo incoerente chi si oppone e poi giustifica il consumo di alcolici».

Ora resta da capire se e in quanto tempo la mozione sarà tramutata in un atto concreto: le richieste al ministero rischiano di perdersi nei rivoli istituzionali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità