Cariche esplosive per far crollare il costone pericoloso

Lo sperone di 125 metri cubi minacciava di cadere sopra alcuni edifici del Centro di sperimentazione di Laimburg


di Bruno Tonidandel


VADENA. Da qualche giorno al Centro di Sperimentazione agraria e forestale di Laimburg si sta lavorando con meno stress e senza alzare continuamente gli occhi verso le pareti rocciose che incombono sull'edificio di proprietà della Provincia, per paura che qualche masso possa precipitare. Esisteva infatti un grande macigno che minacciava di precipitare a valle. Ma il costone di porfido di 125 metri cubi, definito da David Mosna, geologo della Provincia, molto fessurato e in equilibrio instabile, è stato fatto crollare l'altro pomeriggio con una carica di esplosivo programmata. Tutto si è svolto nella massima sicurezza e senza alcun danno agli edifici. Anche perché l'intervento è stato studiato e programmato nei minimi dettagli dal geometra Egon Engl dell'Ufficio Geologia e Prove Materiali della Provincia di Bolzano. sotto la supervisione del direttore dello stesso Ufficio Volkmar Mayr. Il mese scorso ci si era accorti della presenza di questo blocco di roccia pericolante del Monte di Mezzo, la montagna che separa la vallata dell'Adige a quella formata dal Lago di Caldaro, a circa 70 metri dal suolo e quindi proprio in prossimità del Centro di Sperimentazione, più specificatamente sopra la cantina vini e la cantina di rappresentanza ricavata proprio nella roccia, ma anche in prossimità della palazzina amministrazione e dell'officina. Se il costone roccioso fosse precipitato avrebbe sommerso il Centro con danni ingentissimi agli edifici ma anche agli operatori. Fortunatamente questa volta il crollo naturale è stato anticipato e, con tutte le precauzioni del caso, peraltro studiate a tavolino, il blocco di porfido è stato fatto crollare in tanti minuti frammenti. Particolare e faticosa, oltre che frenetica la fase preparatoria dello scoppio, anche perché la Provincia aveva decretato l'operazione di "somma urgenza". Sotto la guida del geometra Engl si è proceduto a porre in sicurezza tutti i fabbricati a scanso di crolli incontrollati di materiali. Quindi sono stati puntellati gli edifici e i loro tetti ricoperti di terra affinché potesse attutire eventuali macigni; sono state anche ricoperte le finestre e qualsiasi allacciamento elettrico ed idrico. Al termine dell'operazione di prevenzione, si è proceduto a riportare su un pianoro sopra il masso pericolante, una gru, dalla quale sono stati calati dei pannelli a livello di parete che potessero assorbire la forza d'urto del materiale roccioso al momento dello scoppio. Poi, sono intervenuti i tecnici dello scoppio, le ditte "Geologico" di Giacomo Nardin e la "Sarnertek". Quindi la deflagrazione con il masso pericoloso frantumato. Ora la parete priva del costone in bilico, verrà bonificata e ripulita e ingabbiata con rete metallica a maglia fine. Per molti operatori del Centro di Sperimentazione è finito un incubo.

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