Casa della pesa, la rinascita Via al restauro da 2 milioni 

Iniziati i lavori per il recupero di uno degli edifici più antichi di Bolzano Di proprietà della Fondazione Carisparmio conterrà incontri, convegni, mostre  


di Paolo Campostrini


BOLZANO. È uno dei più antichi edifici di Bolzano. Tredicesimo secolo. E pure dentro le mura, come lo era fin dall'inizio la "noce" dei Portici, di cui l'edificio è un'estensione abitativa verso il fiume e le sue paludi. Ora rinasce, cambia il suo cuore più che la faccia perchè fuori resterà come è sempre stata la Waaghaus. In italiano Casa della pesa. Ovvero quel luogo dove le merci venivano valutate prima di approdare nel centro commerciale medievale. Diventerà una casa della cultura, ora. Ieri i mezzi di demolizione sono entrati nelle sue stanze e nelle mura interne perchè è lì dentro che la Casa - di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio - si appresta a disegnare il suo futuro. Fuori resterà come è sempre stata, perchè è patrimonio architettonico urbano. "Ospiterà uno dei polmoni della vita culturale bolzanina" promette Klaus Widmann, anima dell'operazione di rilancio e riqualificazione virtuosa. Lui è al centro della Fondazione Casa della pesa che, anche in futuro, gestirà tutte le attività. Che saranno molte. Come pure le associazioni che vi entreranno per avere lì la propria sede operativa. Nell'ordine: il Filmfestival Bolzano, la Fondazione Ferruccio Busoni e la Gustav Mahler, poi le coop Weight Station, la Leitmotiv e la Coop 19, e ancora Fotoforum, gli uffici Euregio e infine il Jazz Festival Bolzano Bozen. Come si vede, molto del meglio dei motori della cultura, intesa come musica, fotografia, cinema. Un assaggio era avvenuto quando al piano terra della Casa era stato aperto un infopoint, poi usato per mostre e iniziative. Questa esperienza di contatto diretto con il tessuto urbano e il passeggio verrà mantenuta. "Al piano terra ci sarà uno shop - anticipa Widmann - e anche un bar. Che chiamerei bar culturale perchè ci sarà da bere e da mangiare ma anche da leggere e da ascoltare". Previsti incontri, piccoli convegni, mostre. Tutto è iniziato nel 2009 anche se la Casa è parte del primo nucleo urbano di Bolzano, con la residenza del Principe vescovo di Trento e la sua datazione con i primi documenti risale al 1271. Ebbene, nel 2009 la Fondazione Cassa di Risparmio decise di acquistare l'edificio dal Comune ma con un vincolo preciso: doveva avere una destinazione culturale. Prezzo: 4 milioni e mezzo di euro. Sono poi passati anni. Perchè doveva essere messo a punto il progetto e, soprattutto, definito il quadro della composizione interna degli sponsor. Intesi come gruppi, fondazioni, coop o associazioni che avrebbero dovuto dare vita alla nuova destinazione dell'edificio. Poi la Fondazione ha messo a punto il progetto di rinascita: Klaus Widmann si è occupato del format interno, contattando gruppi e referenti e predisponendo una architettura omogenea e di qualità degli "affittuari". Mischiando musica, arte e cinema. Infine lo studio Piller-Scartezzini è stato incaricato della ristrutturazione, costo intorno ai 2 milioni di euro. Come si vede, i soggetti che daranno vita alla Casa sono strettamente legati ad attività culturali o espositive che, comunque, ruotano intorno al centro e ne vivacizzano la vita. Ora avranno uno snodo strategico e operativo. E la Casa stessa diventerà un focus di attività combinate che spesso si muoveranno in una sinergia interdisciplinare. Un luogo pubblico. E la riconquista di un ruolo centrale di un edificio storico che era partito dalle granaglie, allora motore economico principale della neonata città, per approdare oggi alla cultura, nuovo snodo altrettanto anche economico di ogni comunità.













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