Lavori

Catene e low cost «divorano» falegnami, calzolai e macellai 

Prodotti a basso prezzo, richiesta di alta formazione e Covid hanno riscritto la mappa dei mestieri. Confesercenti: «Mancano camerieri, gli orari sono difficili». Da Cna uno spaccato degli artigiani “in via d’estinzione”


Sara Martinello


BOLZANO. Se quel paio di scarpe con il tacco consumato non si può risuolare, il suo costo sarà più alto, perché non le indosseremo più, finiranno in una discarica e ne compreremo un altro paio. Se la bistecca nel piatto è fibrosa, sarà perché chi l’ha tagliata non aveva le competenze giuste. Gli operatori ecologici si chiamano Abeke e Rizwan e al bar del quartiere è tutto un «Vengono qui a rubarci il lavoro!». Alcuni mestieri stanno scomparendo, altri danno uno spaccato di una società in movimento, altri ancora subiscono le dinamiche della globalizzazione.

In Alto Adige le variabili globali si intrecciano a quelle locali, con una differenza anche culturale tra valle e fondovalle e tra gruppi linguistici. Nelle valli “salvano” alcuni mestieri il meccanismo formativo duale con un ingresso nel mondo del lavoro già a 15 anni e la diversa percezione dell’artigianato, con un maggiore riconoscimento sociale. A Bolzano, chi esce dal Galilei o dal Battisti può trovare le grandi catene del commercio più allettanti dello sforzo formativo continuo richiesto invece da un impiego nell’artigianato.

Mancano gelatai, perché una normativa locale nata da esigenze di categoria limita fortemente l’apertura di nuovi esercizi. I falegnami? Ne sono rimasti pochissimi, perché a una bella e durevole libreria laccata oggi si preferisce uno scaffale a basso prezzo (ma il costo per l’ambiente e per i paesi dove si reperiscono le risorse c’è, ed è salato).

Bar e ristoranti.

Il direttore di Confesercenti, Mirco Benetello, conferma la mancanza di camerieri e di cuochi. Così pure Luca Bonato, presidente dei pubblici esercizi in Confesercenti: «Le paghe dignitose con possibilità di fare straordinari non sembrano risolvere il problema maggiore, gli orari. E poi ci sono i picchi di affluenza, ad esempio se c’è una partita in televisione o un concerto nelle vicinanze: servirebbe allentare le maglie dei contratti a chiamata, dai quali oggi è esclusa un’ampia fascia d’età. Tutte persone magari già assunte in altri ambiti ma desiderose di arrotondare. E se un giovane è bravo e si appassiona poi lo si può assumere: è stato così per due miei dipendenti al Romagnolo».

L’artigianato.

La Camera di commercio di Bolzano tiene traccia dell’andamento del mercato del lavoro: sul suo sito, l’Istituto di ricerca economica (Ire) pubblica i propri report. E a questi dati fa riferimento la Cna nell’illustrare le variazioni più sensibili. Innanzitutto, i mestieri dell’edilizia sono in gran ripresa per effetto dei vari bonus statali. Ma se in Alto Adige le ditte di falegnameria erano 556 a fine 2021, lo scorso febbraio erano già scese a 549. Crisi cronica. Le imprese di sartoria – in calo negli ultimi anni – sono in leggera ripresa solo perché ne aprono di nuove i concittadini di origine cinese.

Ma non serve cercare le multinazionali del mobile o dell’abbigliamento per trovare un effetto tangibile nella realtà altoatesina. «In Alto Adige c’è una vocazione al panificio industriale – spiega Cna –, quindi la figura del panettiere è in progressivo calo».

Potrebbe essere simile l’effetto di sparutissime maxi-officine sulla progressiva scomparsa dei meccatronici, già decimati dalla crescente complessità delle automobili. Il tosaerba si rompe? Lo si compra nuovo online, quelli dalla Cina costano poco. E il meccanico chiude

.Il Covid ha limitato il trasporto di persone, quindi calano tassisti e Ncc. La Cna fa notare l’assoluta mancanza di autotrasportatori: «Negli ultimi cinque anni con l’e-commerce le aziende si sono ingrandite molto, di oltre un terzo, ma il lavoro è usurante e solo le ditte di altoatesini di origine straniera riescono a trovare dipendenti, grazie ai contatti nei loro paesi».

La bolla dei settori legati al digitale è scoppiata: i web designer abbandonano l’attività in proprio e cercano impiego nelle aziende. I prezzi competitivi della grande distribuzione hanno espulso le macellerie dal mercato. Si moltiplicano le attività nel settore dell’estetica, anche grazie alla spinta della manicure e all’ingresso degli uomini tra la clientela. Ma tra parrucchieri ed estetiste non si trova né personale, né successori.













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