Che spettacolo! Acceso il «boilerone» di Alperia 

La torre che si vede da A22 e Mebo contiene l’acqua per il teleriscaldamento Inaugurata la struttura capace di fornire energia a 40 mila appartamenti 


di Davide Pasquali


BOLZANO. E alla fine si è accesa, la torre che si vede da A22 e Mebo. Bolle come fosse di acqua che evapora e si illumina, 40 metri d'altezza, 14 di diametro, un gigantesco boiler da seimila metri cubi e 220 mgw, capace di convogliare tanta energia per far vivere 40mila appartamenti tutti insieme. A dirla così, è Bolzano che trova la tecnologia pulita per dare spinta al proprio futuro. A guardarla invece lì dove sta, lungo l'Isarco dove la città fino a poco fa non c'era ancora, ma soprattutto sotto Castel Firmiano, è invece l'immagine di una comunità che ha alle sue spalle (letteralmente, vista la recente rievocazione del Los von Trient) il passato e che sceglie invece la contemporaneità. Ecco cosa ha significato ieri sera accendere la torre Alperia. Perché si tratta di un manufatto industriale al quale però è stata fornita una guaina architettonica. Di più: artistica. Paolo Vanoni, direttore finanziario della società, l'ha definita «la più grande opera d'arte contemporanea d'Europa». E per il sindaco, che ha schiacciato l'interruttore per dare il via alla serata inaugurale davanti a centinaia di bolzanini, si tratta «del simbolo di una città che ha scelto l'innovazione. Ma ecologica e partecipata. Visto che - ha aggiunto Renzo Caramaschi - il Comune e dunque tutti noi possediamo il 21% di Alperia. Come il 43% delle azioni Ecocenter». E visto che tra un po' tutta la zona Europa e le Semirurali diventeranno i primi quartieri "smart". C'era Peter Paul Kainrath, il musicologo inventore di Transart a guidare l'evento e non a caso. Perché Alperia ha scelto di fornire ad una sua struttura una identità estetica. «E farlo non è un lusso - ha commentato Carlo Calderan salito sul palco come presidente della Fondazione architettura - perché coglie la splendida tradizione delle antiche centrali idroelettriche del primo sviluppo industriale altoatesino che ora riscopriamo anche nel loro profondo valore iconico. E poi perché è in dialogo col nuovo linguaggio che ha scelto per se Bolzano sud, questo luogo fino a poco fa "non luogo", che offre ora la chiave d'accesso per una nuova qualità urbana». Mauro Marchi, presidente del consiglio di sorveglianza e poi Wolfgang Sparber e Günther Andergassen hanno raccontato i tre anni trascorsi da AlperiaEcoplus nella costruzione della torre, dopo aver scelto interlocutori esecutivi (Atzwanger e Stahlbau Pichler) e il metodo del concorso ad inviti, quasi mai impiegato in questi casi e gestito la realizzazione (progetto architettonico di Valentina Bonato, Helmuth Niedermayr e Dario Cagol; progetto artistico di Julia Bornefeld). Ora, dall'inceneritore passando per il "boiler" del centro di teleriscaldamento, i quartieri avranno energia.

(p.ca.)















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