L'allarme

Cocaina e alcol, impennata del consumo tra gli adolescenti 

Cristina De Paoli, psicologa e responsabile del progetto “Exit”: «Sono gli effetti collaterali della pandemia. Hanno prodotto in molti giovani e giovanissimi un senso di vuoto, solitudine, noia che li hanno portati a rifugiarsi nelle droghe»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Droga in cambio di sesso; ma anche buoni per shopping online in cambio di sesso. Purtroppo, tra gli effetti collaterali della pandemia, dal nostro osservatorio registriamo tra gli adolescenti e i giovani, dai 20 ai 25 anni, un’impennata dei consumi di droga, in particolare di cocaina, associata ad alcol».

L’arresto, l’altro giorno, di un quarantenne tunisino da parte degli uomini della Squadra Mobile, coordinati dalla DDA di Trento, con l’accusa di prostituzione giovanile, per aver costretto una ragazzina bolzanina a vendersi in cambio di cocaina e hashish, fa emergere un fenomeno che preoccupa chi come Cristina De Paoli, psicologa e responsabile di “Exit”, area prevenzione e consulenza dell’associazione “La Strada”, si occupa di problematiche giovanili adolescenziali in generale e nello specifico legate al consumo/abuso di sostanze.

Come si spiega l’aumento dei consumi di stupefacenti tra giovani e giovanissimi.

È uno degli effetti collaterali della pandemia. Abbiamo notato un’impennata dei consumi dopo il primo lockdown dello scorso anno. Ovvero, dopo i mesi in cui il fenomeno aveva subìto una certa contrazione, dovuta al fatto che non si poteva uscire di casa.

Cosa c’entra il Covid con la droga?

C’entra eccome. La pandemia ha lasciato ferite profonde nei più fragili. Le chiusure, le limitazioni, la scuola a distanza - misure per altro inevitabile per cercare di arginare la diffusione del virus - hanno lasciato un senso di vuoto, solitudine e noia. Ci sono ragazzi che non riescono più ad uscire di casa. Non hanno amici; non fanno sport, non hanno interessi. È come se fossero spenti: per loro tutto è noia.

E c’è chi il vuoto lo riempie con le droghe.

Purtroppo sì. Droghe, in particolare cocaina, associate ad alcol. I danni - a tutti i livelli - sono pesanti, soprattutto per la giovanissima età dei consumatori. Ma c’è anche chi la noia la combatte, mettendosi a camminare sui tetti dei palazzoni di viale Europa, rischiando di ammazzarsi.

Dove si riforniscono?

Non ci sono problemi: gli spacciatori si sono attrezzati, fanno consegne direttamente a domicilio. Arrivano anche davanti alle scuole. E i prezzi ormai sono stracciati.

E se uno i soldi non li ha, scatta il ricatto.

Appunto: droga in cambio di sesso. Capita pure che la ragazzina si innamori dello spacciatore che magari ha il doppio dei suoi anni. E allora diventa ancora più complicato interrompere il legame che la sta trascinando all’inferno.

La colpa di chi è?

Non parlerei di colpa, ma di responsabilità semmai. Più che singola, collettiva.

Dei genitori “assenti” perché presi da altri mille problemi che si sono acuiti con la pandemia?

Più che dei genitori, degli adulti che troppo spesso sono “assenti”. Le istituzioni più importanti come la famiglia e la scuola hanno mostrato i propri limiti proprio durante la pandemia. Ai ragazzi mancano punti di riferimento. E il vuoto ciascuno lo riempie come può.

I casi che seguite voi, chi ve li segnala?

Possono essere la Procura dei minorenni o le forze dell’ordine; ma anche i genitori stessi o la scuola. Noi cerchiamo di risalire all’origine del disagio da cui tutto è partito; li aiutiamo a ritrovare entusiasmo per le cose.

Consigli ai genitori?

Cercare di cogliere i segnali del disagio, appena si manifestano; sapere dove sono e chi frequentano i propri figli. E poi vanno aiutati a tornare alla normalità cancellata dalla pandemia. Significa stringere amicizie reali e non solo virtuali; avere di nuovo degli interessi. Lo sport è uno di questi. Per dare un senso alla vita.













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