Colpo in banca, caccia al commando 

La targa tedesca dell’auto era stata rubata qualche giorno prima. La vettura dei banditi intercettata in A22 ma era troppo veloce


di Mario Bertoldi


BOLZANO. È stato il procuratore capo Giancarlo Bramante, ieri mattina, a comunicare ufficialmente il bottino dei quattro malviventi che domenica notte hanno dato l’assalto alla filiale di via Claudia Augusta 80 della Cassa di Risparmio. I banditi, dopo aver fatto saltare il portellone posteriore di uno dei due bancomat della banca, si sono portati via 9 mila euro. Un bottino decisamente misero se si pensa, tra il resto, che ad agire sono stati in quattro. Purtroppo nel bilancio della notte di paura vissuta dagli abitanti di Oltrisarco bisogna aggiungere anche i danni rilevanti provocati alla filiale della Cassa di Risparmio dall’ordigno confezionato con polvere pirica e fatto esplodere per sventrare il deposito di denaro. Qui il conto è decisamente più elevato. Anche ieri la banca è rimasta chiusa. Riaprirà solo questa mattina. L’ufficio ove si trovava il deposito dello sportello automatico è stato completamente devastato dall’esplosione. I banditi sono penetrati nella filiale forzando due porte con un piede di porco. Poi, sapendo che avrebbero avuto a disposizione non più di una manciata di minuti prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, hanno agito con estrema professionalità criminale.

All’interno della filiale hanno operato in due (con un “palo” esterno ed un altro complice alla guida dell’auto). La velocità di esecuzione del piano è dimostrazione che probabilmente qualche giorno prima i banditi hanno effettuato un sopralluogo. Anche per questo gli inquirenti stanno ancora valutando ore e ore di immagini registrate dalle telecamere di sicurezza nei giorni precedenti il colpo. Nel frattempo è emerso che la targa tedesca applicata alla potente Audi A3 con cui la banda è fuggita è stata rubata qualche giorno prima. E’ stato anche confermato che i quattro malviventi si sono dimostrati audaci nel decidere di affrontare la fuga ingaggiando sostanzialmente una lotta contro il tempo con le forze dell’ordine. È evidente che decidere di infilarsi in autostrada comporta qualche vantaggio ma anche molti rischi. Il vantaggio è che, soprattutto di notte, si ha la possibilità di pigiare sull’acceleratore: lo svantaggio è che si rischia concretamente di rimanere intrappolati per il blocco dei caselli da parte delle forze dell’ordine. In questo caso i banditi hanno contato sulla velocità, pensando di riuscire ad arrivare al casello di Trento nord prima che le forze dell’ordine potessero organizzarsi. Ovviamente in occasione di un evento notturno di questo tipo chi organizza la caccia ai banditi deve inevitabilmente fare i conti con la forza disponibile in servizio. Sotto questo profilo i banditi hanno vinto la sfida. Hanno infatti raggiunto il casello di Trento nord sul filo dei 200 chilometri all’ora e sono usciti dall’autostrada abbattendo di netto la sbarra di una delle corsie del casello per poi immettersi sulla tangenziale con direzione Padova. I quattro banditi hanno avuto solo un momento in cui hanno rischiato di essere intercettati dalle forze dell’ordine. È accaduto all’altezza dell’area di servizio Paganella Ovest (a 4 chilometri dallo svincolo di Trento nord) ove si trovava una pattuglia della Polstrada intervenuta per i rilievi di un grave incidente avvenuto un paio d’ore prima nella zona di San Michele all’Adige. Gli agenti si erano fermati alla stazione di servizio e sono stati informati che un’auto con a bordo quattro banditi stava viaggiando a forte velocità in direzione sud. Un paio di minuti dopo la Audi A3 del colpo è sfrecciata ad alta velocità. La Polstrada ha cercato di iniziare un inseguimento ma la vettura dei banditi - per stessa ammissione del procuratore capo Bramante - è risultata troppo veloce. I malviventi hanno però intuito di essere inseguiti e non ci hanno pensato due volte ad infilarsi ad alta velocità in una corsia di uscita del casello di Trento nord sfondando la sbarra e proseguendo verso la Supervalsugana.

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