Risarcimento per le casse comunali fissato in 42.262 euro. Condannato l’intero esecutivo tranne Forti, quel giorno assente

Danno erariale: pagherà la giunta Polonioli

Condanna da parte della Corte dei Conti per l'incarico di consulenza conferito a Testini


Mario Bertoldi


LAIVES. L'ex giunta comunale di Laives, capeggiata dal sindaco Giovanni Polonioli, è stata condannata dalla Corte dei Conti a risarcire all'amministrazione comunale 42.262 euro, corrispondenti al danno erariale provocato dall'ingiustificato incarico conferito nel 2007 all'ingegner Lorenzo Testini in qualità di consulente per le procedure degli appalti pubblici. La delibera al centro del caso è la numero 397 del 26 ottobre 2007. Le condanne, per responsabilità di natura colposa (e non dolosa), sono state inflitte all'intera giunta comunale dell'epoca ad eccezione del vicesindaco Forti, assente.

La parte più rilevante del risarcimento è stata prevista in capo all'allora assessore ai lavori pubblici Renzo Gerolimon e al vicesegretario generale reggente Claudia Casazza. Entrambi dovranno restituire 14.791,70 euro a testa. Giovanni Polonioli, sindaco dell'epoca, dovrà sborsare 4226,20 euro mentre i rimanenti assessori (Bruno Ceschini, Liliana Di Fede, Christian Tommasini e Giorgio Zanvettor) dovranno versare 2113,10 euro a testa. Tutti i condannati dovranno anche far fronte alle spese di giudizio quantificate in 1475,86 euro.

In sostanza l'intera giunta è stata ritenuta responsabile di aver sperperato soldi pubblici andando a stipulare un contratto triennale di collaborazione con l'ingegner Testini (all'epoca consigliere comunale del Pdl) senza verificare l'esistenza nell'organigramma comunale di adeguate risorse professionali. In sentenza i giudici sottolineano che fu, tra il resto, completamente ignorata la presenza in organico dell'architetto Stefano Rebecchi che al momento dell'approvazione della delibera era in aspettativa per motivi personali, ma rimase assente solo 43 giorni rientrando poi regolarmente in servizio. La stessa Claudia Casazza (accusata di «inescusabile imprudenza e non curanza») non solo avrebbe potuto essere chiamata in causa nella gestione degli appalti ma avrebbe dovuto anche mettere in guardia la giunta dagli aspetti evidenti di illegittimità della delibera.

«Non si intende sottovalutare la complessità e la problematicità che può caratterizzare la materia degli appalti pubblici - scrivono i giudici - ma questa complessità non può costituire una scorciatoia per attribuire un incarico esterno». L'incarico all'ingegner Testini (che dall'autunno del 2007 curò 12 procedure d'appalto) di fatto durò 18 mesi. Poi non venne più utilizzato. Proprio per questo il danno erariale è risultato, tutto sommato, contenuto. Pesante il giudizio della Corte sulla condotta dell'assessore Gerolimon, «improntata - si legge in sentenza - a inescusabile avventatezza ed evidente incuria».

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