Divieti di transito in Austria, l’offensiva parte da Bolzano 

Il contro dossier. Le Camere di Commercio del Nord Est hanno presentato una serie di proposte alternative «Carburanti meno inquinanti, mezzi più moderni e potenziamento della rotaia. Vienna non può bloccare gli altri Paesi» 


Paolo Campostrini


Bolzano Il mondo dell'economia sale sui mezzi che trasportano merci e dice no ai divieti austriaci. E dunque non solo le imprese logistiche, le aziende e i padroncini che guidano i tir per garantire, lungo l'asse del Brennero, il 70% dell'export-import Italia-Europa, ma l'intera struttura della Camere di Commercio del Nord scende in campo. Per la prima volta. E lo fa con un documento condiviso anche dai territori, da Modena a Trento, a Bolzano e anche a Monaco di Baviera chiedendo alla Ue due cose, in prima battuta: di ribadire che la libera circolazione degli uomini e delle merci, che è alla base della carta europea, va fatta rispettare erga omnes e che Vienna sia sanzionata per azioni unilaterali e non concordate che impediscono a questo principio di dispiegarsi. Dunque no ai divieti ma sì ad un approccio sostenibile e modulato. Del tipo: incentivi alla modernizzazione dei mezzi, incremento del trasporto su rotaia (che oggi nei suoi due centri intermodali a Verona e Monaco è ormai allo stremo), uso intensivo dei carburanti meno inquinanti, dagli alternativi al biogas che abbattono le polveri al 99%.

La concorrenza sleale

E poi certezza delle regole e niente concorrenza sleale, perché per i tir tirolesi e gli austriaci valgono norme molto più morbide. «Tutto è transito - ha esemplificato Michl Ebner, presidente della Camera bolzanina che ha ospitato questo tour di presentazione della carta dei trasporti comune a tutto il Nord Italia - e tutti lo produciamo. Per andare da Bolzano a Terlano transitiamo con mezzi per Andriano. Che si fa? Non si consegnano merci perchè quel singolo Comune lo vieta?». Ed è sui divieti e sul possibile aumento dei pedaggi che ha molto insistito Thomas Baumgartner, presidente di Anita, la Confindustria dei trasportatori: «Gli aumenti non funzionano. E non lo fanno perché i maggiori costi per le aziende di import export vengono semplicemente riversati sui costi di esercizio e poi sul prodotto finale. E i divieti ancor meno. Se si blocca il traffico pesante il sabato ci sarà l'incremento del traffico il venerdì, se si blocca il transito di notte succede, come adesso, che l'A22 è ingolfata dalle 7 alle 9 di mattina». In sostanza: il Tirolo e Vienna non fanno altro che spostare i problemi altrove. Con danni economici già quantificati. Il su e giù dall'Italia alla Germania, le due locomotive d'Europa, e il Nord vale 213 miliardi sull'asse del Brennero. Con la ferrovia già satura e l'Eurotunnel che arriverà tra 10 anni. E per l'Alto Adige? «Il danno va modulato sui 6 miliardi di euro che vale l'export provinciale» ha spiegato Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti che ha presentato il dossier con Alfred Eberer della Camera di Commercio. Fronte inquinamento. Secondo lo studio, comparato anche con i numeri di A22, sono i mezzi leggeri, e dunque le auto, la maggior fonte di inquinamento, col quasi 50% delle emissioni. I tir raggiungono invece il 36% del totale. E un mezzo pesante euro 6 inquina meno di un analogo diesel su auto.

Dunque: «Non esiste esportazione senza trasporto», ha insistito Baumgartner, patron di Fercam. E senza export, che ci ha salvato dalla crisi, le economie vacillano.

Il trasporto su gomma

Il treno? «Non chiediamo altro che poterlo usare di più. Ma gli interporti non ci sono, quelli che ci sono, sono saturi e la linea ha 150 anni. Più di così non riesce a fare». Perché il trasporto vive anche di qualità, nelle consegne, e di sostenibilità, nella gestione economica. Dunque l'Austria deve innanzitutto concordare le misure con gli altri Stati perché è in Europa e nella Ue le regole vanno rispettate. E, nel caso, cambiate insieme.

E senza favoritismi. «Perché ai loro mezzi si da tutto il tempo per adeguarsi invece per tutti noi, italiani e tedeschi, nel 2019 si chiederà lo stop a tutti gli euro fino al 6 e inoltre - aggiunge Baumgartner - si estenderanno anche i divieti settoriali, con gli stop a chi trasporta legno o macchinari. Ma dico, che c'entra "cosa" si trasporta con l'inquinamento. Nel caso dovrebbe valere il "come". Per questo diciamo che Vienna e il Tirolo devono tornare sulla terra». Prossima tappa del tour per il dossier, Monaco di Baviera. E poi Roma, dal governo.













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