Donne costrette a vivere su una caldaia

Nove rumene non erano state pagate per la raccolta delle fragole e hanno chiamato i carabinieri. Edificio sotto sequestro


di Bruno Canali


LAIVES. Una discussione per questioni di lavoro che rischiava di degenerare, l'altra mattina ha portato alla luce una situazione di degrado in un complesso produttivo in via Nobel, nella zona industriale di Laives. Un gruppo composto da nove donne rumene, che da quanto poi si è capito, avrebbero reclamato la paga pattuita con il proprietario dell'edificio per lavori di raccolta delle fragole nelle campagne della Venosta, visto che non riuscivano ad incassare il denaro, hanno deciso di chiamare i carabinieri. Arrivati sul posto convinti di dover calmare gli animi, i militari della compagnia di Egna, si sono trovati davanti a una situazione di degrado inaspettato che li ha convinti a porre sotto sequestro i locali e a denunciare il titolare della ditta Agroalp. Le donne rumene, che avrebbero fatto riferimento ad un’agenzia interinale per trovare un regolare lavoro (come poi è stato) erano alloggiate nell'edificio in zona industriale in condizioni insalubri e prive della necessaria sicurezza. Dal sopralluogo è risultato che erano sistemate sopra un soppalco di ferro e legno, posto sopra una caldaia; uno spazio angusto e insalubre, senza bagno e quindi costrette in condizioni igieniche inammissibili. Questo ha convinto i carabinieri a denunciare il proprietario dell'edificio per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e anche a porre sotto sequestro giudiziario i locali dove erano state sistemate le donne in attesa delle decisioni della magistratura.

Le denunce. Gli accertamenti hanno interessato la ditta individuale Agroalp di Laives e hanno portato alla denuncia del titolare, il 43enne M.M., ma anche del 65enne di F.G. di Alessandria dell’agenzia di lavoro interinale Smai. È emerso che le donne lavoravano 8/10 ore al giorno al posto delle 4 dichiarate e non avevano percepito il compenso pattuito. Le lavoratrici, con un impiego stagionale, era «totalmente assoggetate», secondo i carabinieri, al titolare della ditta di Laives.

Il Comune. Per quanto riguarda invece il soppalco e i lavori di sistemazione interni all'edificio, sarà il Comune a verificare se vi siano anche gli estremi per contestare un abuso edilizio. Lo sconcertante episodio però rischia di non essere l'unico del genere. Periodicamente ci sono segnalazioni di spazi industriali, in particolare uffici, che in realtà sarebbero stati adibiti da tempo ad abitazione per lavoratori. Si tratta di una pratica vietata, che rappresenta un vero e proprio abuso edilizio data la destinazione diversa degli spazi produttivi rispetto a quelli residenziali, una situazione che il Comune adesso ha intenzione di censire per capire la portata del fenomeno.

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