E-book a scuola: accordo con l'Alto Adige, il tablet a 300 studenti

Più di 300 tra studenti e professori, in sei scuole bolzanine di lingua italiana, stanno per concludere il loro primo anno scolastico digitale. Gli e-book si affiancano ai classici manuali in carta


Riccardo Valletti


BOLZANO. Più di 300 tra studenti e professori, in sei scuole bolzanine di lingua italiana, stanno per concludere il loro primo anno scolastico digitale. Gli e-book si affiancano ai classici manuali in carta, aprendo possibilità didattiche inimmaginabili fino a qualche anno fa. Tempo di bilancio, quindi, ma solo di metà percorso perché l'anno prossimo la sperimentazione continua con il doppio degli utenti e un probabile ingresso delle scuole di lingua tedesca. Il tablet piace sia ai prof che agli alunni, e la lista delle adesioni alla sperimentazioni è più lunga del previsto, tanto che qualche richiesta dovrà essere rigettata.

Per dimensioni e durata è una delle maggiori sperimentazioni di digitale scolastico in Italia, alla fine del biennio sarà costata circa 400 mila euro, divisi tra Fondo Sociale Europeo, Provincia, Tis Innovation Park e scuole aderenti (in minima parte), e produrrà un vero modello di riferimento sia per il lato economico e di fattibilità che per gli aspetti socio-pedagogici legati all'apprendimento. Tra i partner dell'inziativa anche il nostro giornale che ha messo a disposizione decine di applicazione gratuite, tra cui l'accesso all'edizione digitale dell'Alto Adige, di Repubblica, e l'Espresso. La sperimentazione non è fine a se stessa, il destino delle scuole passa attraverso i microchip.

«Politica, editoria e tecnologia convergono verso una progressiva digitalizzazione delle scuole - spiega Mario Farias, direttore dell'area Tecnologie Digitali del Tis - il nostro compito è creare un modello sostenibile economicamente e che funzioni sui banchi di scuola». È il Tis a dirigere la sperimentazione che coinvolge assessorato e sovrintendenza, dirigenti scolastici, alunni e professori. Ed è proprio da questi ultimi che si aspetta il parere vincolante, sull'aspetto socio-pedagogico. Per il momento la novità è stata accolta con entusiasmo. «La multimedialità moltiplica a dismisura le possibilità d'insegnamento - racconta Suor Sarah Bortolato delle Marcelline, che ha partecipato alla sperimentazione - i ragazzi reagiscono con più interesse e mostrano più attenzione, una volta risolti i piccoli inciampi tecnici sarà uno strumento efficace». Gli interrogativi da risolvere però non sono pochi.

«Non è semplice mettere un tablet nelle mani di un adolescente - spiega la sovrintendente Nicoletta Minnei - senza controllo dei contenuti e collegato 24 ore al giorno a internet. Ci dobbiamo anche preoccupare di dare vita ad una cittadinanza digitale responsabile». Il futuro degli studenti dovrebbe essere più o meno quello di un tablet in classe e i libri a casa, senza più necessità dei pesanti zaini da trasportare a spalla. Le insidie sui contenuti e le distrazioni però restano. «Ci sarà bisogno di filtri che impediscano di collegarsi a piacere - afferma Giuliano Gobetti, vicepreside delle Fermi - su questi temi ci stiamo confrontando con una scuola di Bollate che sta facendo la stessa sperimentazionei».

Tre prime delle Fermi inizieranno con il digitale a settembre prossimo. «Ora dobbiamo formarci noi professori - spiega Paola Gaetano - questo strumento rivoluziona il modo di fare l'insegnante, dobbiamo capire come usarlo al meglio». Ricoluziona anche la vita familiare, «questa tecnologia finirà per aumentare la distanza tra genitori e figli - afferma la professoressa Maddalena Braccesi - non sono pochi i genitori che già hanno difficoltà con i normali pc, controllare l'uso dei tablet sarà ancora più complicato». «L'obbiettivo di questa sperimentazione è proprio questo - aggiunge Simonetta Fonte - dobbiamo cercare tutti i punti deboli di questi strumenti soprattutto dal lato degli studenti, gli effetti che avranno non sono affatto scontati».

Dal punto di vista tecnico, spiega lo specialista informatico delle Fermi Raffaele Cavarella, anche le strutture scolastiche dovranno adattarsi al cambiamento: «Siamo già collegati alla rete, ma questo numero di utenti simultanei obbliga all'ampliamento di banda e all'installazione del wi-fi in classe». I candidati in corsa per prestazioni e fruibilità sono Apple con il suo iPad, il PlayBook di Blackberry e il tablet Samsung. «Stiamo lavorando in modo da svincolarci dall'evoluzione degli apparati -- spiega Mario Farias - ogni anno la tecnologia avanza e non stiamo a correre dietro agli ultimi modelli, quello che conta è che il modello sia riproducibile».

Il nostro giornale sarà co-protagonista della sperimentazione introdotta nelle scuole. L’Alto Adige, infatti, ha regalato decine di contenuti per i tablet messi a disposizione degli studenti. L’Alto Adige ha messo a disposizione l’accesso ai contenuti del giornale online e l’accesso all’archivio storico della versione cartacea. Alle sperimentazioni che utilizzano il supporto Apple iPad è stata fornita la app che permette il collegamento diretto a altoadige.it. «Senza il supporto di quotidiani e editori - spiega Mario Farias - questa sperimentazione non sarebbe stata possibile, perché i tablet sarebbero risultati totalmente inutili».













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