Elezioni a Bolzano, finisce a bottelo scontro interno al Pdl

Insulti e schiaffi alla vigilia del voto per le comunali tra il deputato Giorgio Holzmann (ex An) e il candidato Filippo Forest, fedele all'ala del partito che fa capo alla "pasionaria" Michaela Biancofiore. E' l'epilogo di una lotta interna che dura da settimane

LA GUIDA Domenica si vota in 111 comuni altoatesini



BOLZANO. E’ finita con una rissa interna, insulti e schiaffi, la campagna elettorale del Pdl a Bolzano, dove domani si vota per il rinnovo del consiglio comunale, con il candidato del Pdl Robert Oberrauch (ex capitano della nazionale di hockey) a sfidare il sindaco uscente Luigi Spagnolli (Pd), sostenuto dal centrosinistra e dalla Sudtiroler Volkspartei.

Sono volati schiaffi tra Giorgio Holzmann (nella foto), deputato (ex An) e Filippo Forest, candidato fedele all'ala del Pdl altoatesino che fa capo all'altra parlamentare Michaela Biancofiore, da sempre in guerra con Holzmann.

Ognuno accusa l’altro: «E’ stato lui a colpire». Entrambi hanno sporto querela. E’ arrivata la polizia per raccogliere le testimonianze. Ma i due gruppi raccontano versioni opposte.

La rissa è andata in scena l'altra notte. La scintilla sono stati i manifesti di Giorgio Holzmann con l’avviso della chiusura di campagna elettorale al circolo Gentile, affissi giovedì sera e coperti o staccati la sera stessa dal gruppo di Michaela Biancofiore.

I candidati legati a Holzmann hanno fatto il giro dei tabelloni elettorali, incollando i manifesti con l’invito per il circolo Gentile. "Non potevano farlo _ accusa Alessandro Urzì, anche lui ex An ma dell'ala Biancofiore _ c’era un accordo tra i due co-coordinatori provinciali del partito Biancofiore e Sigismondi perché sui tabelloni non andassero manifesti con le fotografie dei candidati". Replica Holzmann: "Ma quello era un evento elettorale".
 
Comunque giovedì sono partite le ronde dei due gruppi. Urzì: «Dovevamo affiggere i manifesti nuovi di Berlusconi». Holzmann, Paolo Bertolucci, Alberto Sigismondi, tutti presenti, accusano: «Ci hanno seguito strappando i nostri manifesti».
 
Si arriva in via Milano e qui le versioni diventano del tutto inconciliabili. Holzmann mostra un segno sul viso e spiega di avere un certificato medico con prognosi di sette giorni.
 
Davanti a un tabellone elettorale si trovano Holzmann, Sigismondi, Bertolucci, Meridiano. «Siamo almeno otto», raccontano. Davanti alla plancia c’è un attacchino, più tardi accusato di avere staccato i manifesti di Holzmann. Dall’altra parte della strada fermo in auto c’è Filippo Forest. Holzmann si rivolge a Forest, e inizia ad avvicinarsi all’auto. Così il deputato: «Ti stai divertendo?». Holzmann attraversa la strada. Forest sostiene di avergli sentito dire «scendi dall’auto, che ti faccio vedere».

I due si trovano di fronte. Forest nell’auto con il finestrino abbassato, Holzmann fuori. Vengono alle mani. Ma chi ha colpito per primo? Forest accusa Holzmann e viceversa. «Forest ha colpito Giorgio», denuncia Bertolucci. Holzmann: «Mi ha dato un pugno sul viso, poi, sempre dal sedile dell’auto, mi ha colpito allo stomaco con un calcio».

Holzmann ammette di avere colpito il candidato: «Mi sono difeso». Forest invece, che era al telefono con Fabio Agostini, racconta: «Ero bloccato con la cintura allacciata, Holzmann ha aperto la portiera e mi ha dato uno schiaffo. Ho cercato di proteggermi, non so se l’ho colpito a mia volta».

 Gli amici di Holzmann sono intervenuti subito, separando i due. Subito dopo per Forest sono arrivati Maurizio Vezzali, Roberto Fracchetti, lo stesso Agostini. Bertolucci è indignato: «Abbiamo chiamato noi la polizia, perché venissero a vedere cosa era successo». Forest: «Ho chiamato io». Vezzali: «Come possono dire che Forest ha colpito Holzmann, se era legato con la cintura?». Bertolucci: «La polizia ha trovato nel furgone dell’attacchino i nostri manifesti appena staccati».

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