Farmaci: boom di antidepressivi a Bolzano, li prende un over 75 su 6

I dati dell’Aifa: il Trentino Alto Adige ai vertici nazionali assieme al Friuli



Il consumo di antidepressivi nell’ultimo decennio «è cresciuto in maniera drammatica», soprattutto tra le donne e tra gli anziani, tanto che il 15% degli over 75, quasi uno su sei, ne fa uso. È l’allarme lanciato dall’Agenzia del Farmaco durante la presentazione del rapporto Osmed sul consumo di farmaci.

«Alcuni recenti studi internazionali» commenta il direttore generale dell’Aifa Luca Pani «indicano che nel 2020 la depressione, dopo le malattie cardiovascolari, sarà la patologia responsabile della perdita del più elevato numero di anni di vita attiva e in buona salute. Ed inevitabilmente gli antidepressivi rappresentano ad oggi una delle principali componenti della spesa farmaceutica pubblica».

«Nell’ultimo decennio - ricorda Pani - il consumo di antidepressivi è cresciuto in maniera drammatica: da una parte, per l’aumentata prevalenza di depressione ed altri disturbi psichiatrici di comune riscontro nella popolazione generale, quali ansia ed attacchi di panico; dall’altra, per la maggiore maneggevolezza di altri antidepressivi di recente commercializzazione e degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)».

La prevalenza di depressione è più alta nelle donne rispetto agli uomini ed aumenta in maniera rilevante all’aumentare dell’età, con un picco vicino al 15% negli ultra 75enni, «valore probabilmente sottostimato a causa dei casi di depressione frequentemente non diagnosticati in età avanzata».

Nello specifico, tra i pazienti in terapia antidepressiva nel corso del 2011, è stata osservata un’aderenza al trattamento del 24,6%, valore molto basso e in diminuzione del 1,4% rispetto all’anno precedente.

Le realtà con la maggior percentuale di soggetti aderenti al trattamento antidepressivo sono state Bolzano/Trento/Friuli VG, al contrario, quelle con la percentuale più bassa sono risultate Basilicata/Calabria.

Le analisi per genere e per fasce d’età non mostrano particolari differenze, ad eccezione di un lieve aumento della aderenza nei soggetti più giovani (25,2% negli over 45) e di sesso femminile (24,9%). In questo scenario, oltre agli specialisti, i medici di medicina generale giocheranno un ruolo di primo piano, in quanto circa il 50% dei pazienti affetti da depressione sono presi in carico da questi ultimi.













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