Firmato il protocollo per integrare i profughi

San Candido, il prefetto Margiacchi ha incontrato i sindaci dell’Alta Pusteria L’accordo permetterà ai richidenti asilo di svolgere attività di valore sociale



SAN CANDIDO. Prosegue l’attività del Commissariato del governo, d’intesa con la Provincia di Bolzano e le associazioni di volontariato, finalizzata alla sottoscrizione dei protocolli di intesa grazie ai quali i migranti, accolti in questa provincia nell’ambito del Piano nazionale di accoglienza predisposto dal ministero dell’Interno, potranno svolgere attività di volontariato e di pubblica utilità, in favore della cittadinanza. Ciò anche in linea con le recenti disposizioni adottate dal ministro dell’Interno in materia di partecipazione dei richiedenti protezione internazionale ad attività di utilità sociale.

Ieri, infatti, il Commissario del governo, prefetto Elisabetta Margiacchi, ha sottoscritto, unitamente all’assessore provinciale alle politiche sociali, Martha Stocker ed ai sindaci dei comuni dell’Alta Val Pusteria (Dobbiaco, San Candido, Sesto, Monguelfo - Tesido, Casies, Braies e Villabassa) il protocollo riferito agli ospiti del centro di accoglienza temporanea sito a San Candido. La firma del protocollo rappresenta, in primo luogo, la conferma dell’intendimento del Commissariato del governo e della Provincia di favorire l’integrazione dei predetti cittadini stranieri nel contesto territoriale ove sono accolti. La medesima intesa costituisce, in secondo luogo, un valido strumento attraverso il quale i sindaci interessati, grazie all’atteggiamento di apertura e disponibilità manifestato, rivolgeranno a diretto beneficio delle collettività locali l’impegno che i richiedenti asilo profonderanno aderendo all’iniziativa. L’intesa di ieri si aggiunge a quelle sottoscritte con le amministrazioni locali nei cui territo ri sono state individuate fino ad ora strutture di accoglienza.

L’obiettivo - costantemente perseguito e condiviso fra Commissariato del governo, Provincia autonoma ed Enti locali - è quello di consentire ai migranti, nelle more della definizione della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, di svolgere in forma volontaria e gratuita attività per il perseguimento di finalità di carattere sociale, civile e culturale, a diretto vantaggio delle comunità e della cittadinanza ospitante.

L’impiego dei cittadini stranieri in attività che contribuiscano ad evitarne una condizione di isolamento e di alienazione può, infatti, facilitare prospettive di integrazione e di inserimento nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese, aspetto condiviso anche dai sindaci ieri intervenuti.













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