Bolzano

Firmian e via Visitazione, ecco i nuovi parchi gioco 

I lavori sono stati finanziati dalle Circoscrizioni. A parco Firmian montato un innovativo roll runner, al parco Olimpia Carpi nuova torre con scivolo. Si lavora in zona Drusetto e al Parco Ducale



BOLZANO. Comune impegnato nella manutenzione, ordinaria e straordinaria, delle oltre 50 aree gioco cittadine. A Firmian e via Visitazione si sta terminando il nuovo parco in zona Drusetto; a inizio maggio finirà il rinnovo del parco Ducale. Merito dei finanziamenti di giunta e circoscrizioni, molto attente e solerti, ma anche della giardineria comunale e in particolare della referente per i parchi gioco, la geometra Katia Zanoner.

A parco Firmian è stata posata una nuova struttura di rotazione chiamata roll runner. Si tratta di una grande ruota, con diametro esterno di 230 centimetri, interno di 180 centimetri e larghezza di 80 centimetri, realizzata in acciaio inox e pannelli colorati in Hpl all’esterno. È adatta a bambini dai 6 anni di età in su e utilizzabile da tre giocatori in contemporanea.

Bambini e ragazzi possono divertirsi da soli o in compagnia, facendo ruotare la struttura e cercando di fermare la rotazione nel punto esatto dove i disegni coincidono, fermandola sul pannello dello stesso colore o contando il punteggio sui numeri indicati dalla freccia, interagendo in questo modo col giocatore che rimane all’esterno della struttura.

Un gioco nuovo e particolare, che offre diverse funzioni ludiche tra cui: stimolare l’attività motoria, stare in equilibrio e gestire il vuoto in uno spazio in movimento, stimolare attenzione e concentrazione, sperimentare la rotazione e gestire la velocità. In via Visitazione sono da poco terminati i lavori di riqualificazione dell’area giochi del parco Olimpia Carpi (33.685 euro finanziati da Europa Novacella). Sostituite la vecchia torre con scivolo e le pavimentazioni anti-trauma di tutti i giochi presenti. È stato inoltre posato un nuovo gioco multifunzione adatto ad essere utilizzato già dai due anni di età e accessibile anche a bambini con disabilità.

Spesso e volentieri, spiega Zanoner, la maggior parte degli incidenti che avvengono nei parchi gioco, quando un bambino si fa male, avviene soprattutto per un uso improprio della struttura. «Faccio un esempio: il bambino scende a testa in giù dallo scivolo, invece che con i piedi in avanti. Oppure viene messo in una posizione - in un punto del gioco che lui non raggiunge da solo - da uno dei genitori». È rarissimo, spiega, che succeda coi nonni, di solito accade con uno dei genitori.

«Il bambino non riesce a raggiungere un punto della struttura più in alto e viene accompagnato in quel punto da un adulto. Qualsiasi gioco però è strutturato in modo tale che l'ingresso della struttura sia facilmente accessibile e difficilmente accessibile. Questo cosa vuol dire? Quando il primo gradino è a 50 cm da terra il gioco è difficilmente accessibile, quindi un bimbo di due anni non riesce ad alzare il piede, la gamba, per fare il primo passo e salire. Quello è già un ostacolo per l'utilizzo del gioco». La cosa importante, chiarisce, «è che tutti i bimbi dovrebbero, in un'area giochi, arrangiarsi da soli. Se un bambino riesce a salire su una struttura, forse non adatta a lui perché c'è chi ha capacità motorie più avanzate di altri, se riesce a raggiungerla, riesce a salire e anche a scendere. È provato, questo. Se invece viene messo in un punto alto...»

Sono successi diversi incidenti, «a noi arrivano tutte le denunce». Bambina di tre anni si rompe un braccio, cadendo da una pertica alta un metro e 80. «È stata appesa, è caduta perché non riusciva a tenersi, ad aggrapparsi».

Nei parchi, così Zanoner, «ci sono strutture composte con parti per bambini più piccoli e parti per bambini più grandi. Oggi si cerca di utilizzare strutture dove possano giocare insieme. Ci sono parti più semplici dove si riesce a entrare e parti più difficili». Per esempio c'è il nuovo gioco a parco Mignone: struttura complessa dove ci sono tante torri con tanti scivoli. Alcune torri riescono a raggiungerle anche i bimbi piccoli, sull’ultima torre i piccoli non riescono, perché devono arrampicarsi su una rete verticale.

«E allora cosa succede? I genitori mettono i bimbi sull'ultima torre, alta 2 metri e 70. Hanno una velocità, quando scendono... Poi dicono: si sono sbucciati le ginocchia, si fanno male. Ovvio, ad una velocità simile i piccoli non riescono a frenare, con le gambette che hanno». Quindi, ribadisce, «tutti i giochi sono studiati così: in quello che si riesce a fare da soli non ci si fa male. Oltre al fatto che ogni gioco deve avere un minimo di rischio. Il bambino è attirato se c’è del rischio. Per esempio, sui giochi a molla non va quasi nessuno. Abbiamo conteggiato: ci stanno su una media di 12-15 secondi». Sono comodi per i genitori, perché li piazzi lì. Ma i bimbi, annoiati, scendono subito. DA.PA.













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