Frana distrugge capannone a Cardano

Macigni grandi come auto sono precipitati sulla vecchia statale. Danni per duecentomila euro alla ditta Casagranda


di Davide Pasquali


BOLZANO. «È iniziato tutto alle 22.30 ed è andata avanti per un’oretta buona. Prima rotolavano sassi e poi è venuto giù davvero di tutto». Lo raccontano i titolari del noto ristorante Eggentaler Hof, all’imbocco della vecchia statale della val d’Ega, a nemmeno duecento metri dalla ditta di lavorazione porfidi Casagranda. Nella notte con giovedì, uno dei capannoni della ditta è stato travolto da una frana di macigni, i più grandi di dimensioni comprese fra i due e i tre metri cubi l’uno.

Nella stessa giornata in cui una frana ha lambito la corsia sud dell’A22 poco a nord di Prato Isarco, ma a notte inoltrata, si è quindi verificato un altro importante smottamento, che non si è trasformato in tragedia solo perché non è avvenuto durante l’orario lavorativo. Ed è andata bene anche per un altro motivo: nel capannone erano stivate numerose bombolone di gas, alcune delle quali sono state sommerse dai detriti, ma hanno per fortuna retto. Fossero saltate in aria, sarebbe anche potuto scoppiare un incendio sul boscoso versante del Colle da cui si è staccata la frana. Oltretutto, sempre sotto la vecchia statale della val d’Ega, oggi chiusa al transito, passa un metanodotto: per fortuna non è stato danneggiato dai massi. Il capannone travolto, come conferma il titolare della ditta, Germano Casagranda, conteneva i costosi macchinari utilizzati per tagliare e lavorare il porfido. «Danni per duecentomila euro, sono assicurato contro furti e incendi, ma chi si immaginava qualcosa del genere...» commenta scuotendo il capo. Ieri mattina, i tecnici provinciali dell’ufficio geologia hanno effettuato un sopralluogo aereo in elicottero, dal quale è emerso che la frana si è staccata circa 250 metri sopra la vecchia statale. Ieri si è cominciato a sgomberare il piazzale della ditta, ma con estrema cautela, perché dal pendio - e ieri lo si vedeva bene anche a occhio nudo dalla centrale idroelettrica dell’Azienda energetica - un enorme macigno, lassù in alto, è in procinto di precipitare. Dopo lo sgombero dei detriti dal piazzale, verrà realizzato un vallo paramassi. Prima però, sul versante soprastante dovrà essere operato un impegnativo disgaggio. Il titolare della ditta, assieme al Comune di Cornedo, nel cui territorio si trova Cardano, sta sondando la possibilità di spostare la propria attività di qualche decina di metri, dal fondo del pendio roccioso alla vecchia sede stradale. Il tutto nella speranza che le precipitazioni previste per il finesettimana non generino altre frane.

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