L’indagine

«Il capitale sociale incide sulla pirateria stradale»: Lo afferma lo studio di Unibz, Pisa e Napoli

É più probabile che una persona fugga dopo un incidente stradale senza prestare soccorso se proviene da un luogo in cui la capacità di collaborare per scopi comuni è scarsa. Ecco le conclusioni di tre economisti, che hanno analizzato oltre 320.000 incidenti avvenuti in Italia



BOLZANO. La probabilità che una persona fugga dopo un incidente invece di prestare soccorso, è più alta nelle province italiane con minore capitale sociale. Lo rileva uno studio di tre economisti italiani, Mirco Tonin (Libera Università di Bolzano), Stefano Castriota (Università di Pisa) e Sandro Rondinella (Università di Napoli “Federico II”) che hanno pubblicato l'articolo scientifico “Social Capital and Hit-and-Run Road Accidents: Evidence from Italy” (“Capitale sociale e incidenti stradali con omissione di soccorso: Evidenze dall'Italia”) sulla rivista “Italian Economic Journal”. I risultati di questa analisi potrebbero rivelarsi utili a livello nazionale per impostare campagne ad hoc di comunicazione e sensibilizzazione.

Esistono diverse definizioni di capitale sociale. Tra le tante, sottolinea una nota, si può considerare quella che lo identifica nella “capacità delle persone di lavorare insieme per scopi comuni in gruppi e organizzazioni” o in “quei valori e credenze persistenti e condivisi che aiutano un gruppo a superare il problema del free rider (ovvero chi usufruisce di un bene pubblico senza pagare alcun prezzo per esso, ndr.) nel perseguimento di attività utili alla società”.

I tre economisti si sono avvalsi dei dati dell'Istat relativi a tutti gli incidenti stradali con pedoni feriti o deceduti nel periodo 2000-2016. Il set di dati ha compreso informazioni dettagliate su ciascun incidente, inclusi aspetti come: la località (provincia), l'orario, il numero di persone e il tipo di veicoli coinvolti, le condizioni meteorologiche, il tipo di strada nonché il numero totale di individui feriti e deceduti. I dati includevano anche informazioni su eventuali fughe dopo l'incidente.

Nel quindicennio preso in esame, in Italia si sono verificati 320.835 incidenti che hanno coinvolto pedoni e, di questi, il 2% è stato classificato come un atto di pirateria stradale perché il conducente è scappato dal luogo dove è avvenuta la collisione. La distribuzione di atti di pirateria stradale sul territorio nazionale è eterogenea: province con alti tassi di questo tipo di crimine sono presenti al Nord, Centro e Sud Italia.

Incrociando i due indici di capitale sociale costruiti ad hoc con i dati sugli incidenti stradali a livello provinciale per mezzo di un modello econometrico, i tre autori hanno rilevato che nei luoghi con maggiore capitale sociale, questo guida il comportamento dei conducenti nelle circostanze drammatiche che seguono un incidente in cui è stato coinvolto un pedone ferito o deceduto.













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