solidarietà

Il Club della Visitazione, le signore che spezzano il cerchio della solitudine 

L’associazione. Con 13 volontarie regala aggregazione e spensieratezza a oltre cento soci


ALIOSHA BONA


BOLZANO.  È un’emergenza silenziosa, la solitudine. Entra a far parte della vita degli anziani in modo quasi automatico. E quando assimilata si trova di fronte a ostacoli insormontabili. L’indifferenza generale, per esempio. Come se invecchiare fosse sinonimo di smettere di vivere. Alfio Di Vincenzo, 98 anni, catanese doc ma bolzanino adottato, è la controprova. Quasi un secolo di vita. Non gli basta, vorrebbe vivere altri cent’anni.

«L’aggregazione fra noi è essenziale, ci permette di superare tante barriere. Socializzare scaccia i pensieri della vecchiaia e la paura di malattie. Per noi è vita questa associazione». Il riferimento è al “Club della Visitazione”. Dare "vita" agli anni è la missione che persegue tenacemente dal 1985 per volere di don Giuseppe Rauzi. Ed è proprio dalla piazza intitolata al noto sacerdote che la presidente Rita Krawczyk racconta ogni dettaglio dell’attività: ripesca minimi dettagli di oltre un ventennio fa, abbinando una prospettiva da far invidia a un fresco laureato di Harvard. Sventola il programma dell’anno prossimo: «Andremo a Roma, visiteremo il giardino di Ninfa a Cisterna e poi faremo tappa in Svizzera». Il “Club della Visitazione” conta tredici volontarie e circa 130 soci, rispetto ai 300-400 degli anni passati. Il Covid ha fatto la sua parte, tenendo in stand-by le attività dell’associazione: ginnastica, burraco, briscola, balli di gruppo e il coro. Il quartier generale è il centro Lovera, a due passi dalla chiesa della Visitazione: «Gli anziani hanno bisogno di un punto di riferimento. Meno soli si sentono, meno malati sono», prosegue Rita Krawczyk, «La solitudine ti porta a essere depresso, a sentirti inutile e anche ipocondriaco. Quando sono partita ho puntato solo sulla socializzazione, l’assistenza invece l’ho sempre lasciata al di fuori. La gente qui si sente protetta e sicura».

Le iscrizioni sono aperte a chiunque. L’unico passaggio burocratico - se così si può definire – è la sottoscrizione della tessera: 20 euro all’anno. Consente al “Club” di coprire i costi dell’assicurazione per ogni associato. 

Si sono creati dei rapporti d’amicizia che vanno oltre le ore trascorse insieme nelle varie attività: «Abbiamo avuto due persone che vivevano nello stesso condominio, ma non si conoscevano. Grazie a noi, hanno iniziato a sentirsi con continuità, mettendosi d’accordo per una passeggiata o un appuntamento a teatro», interviene il vicepresidente, Carlo Visigalli. 

La società

Il lavoro, i figli, la ricerca ossessiva del benessere, un mondo che va a 300 all’ora e non guarda in faccia nessuno. «E agli anziani chi ci pensa? La nostra società è cambiata», ammette sospirando Rita Krawczyk, «E sono cambiati anche gli anziani. Una volta, quando io ho cominciato a lavorare nel sociale negli anni Settanta, c’era quel grande altruismo. Ci si aiutava porta a porta. Oggi, forse, anche questo è venuto a mancare, creando una grande solitudine».













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