Il primario: «Salvato dai soccorsi tempestivi»

Il responsabile della terapia intensiva di Vicenza: «Fondamentali le prime ore» Si torna a parlare di vaccinazioni: «Vanno fatte, ma non coprono tutti i ceppi»


di Alan Conti


BOLZANO. Lo scorso agosto l’ospedale San Bortolo di Vicenza, gestito dall’Azienda Ulss 8 Berica della Regione Veneto, ha inaugurato la nuova sezione di terapia intensiva pediatrica dove è stato ricoverato il piccolo altoatesino di 3 anni. A dirigere il reparto il primario Massimo Bellettato: è lui che venerdì notte - dopo il via libera degli anestesisti del San Maurizio - ha preso in carico il piccolo cui il giorno prima era stata diagnosticata una meningite batterica. Uno dei quattro letti della terapia è tutto dedicato a lui. «Le prime ore, in questi casi, sono fondamentali e il paziente aveva bisogno di un monitoraggio intensivo. Anche due ore possono essere decisive in queste situazioni e siamo contenti di essere riusciti di curarlo al meglio».

Una volta individuata la natura batterica dell’infezione si è proceduto con iniezioni endovenose di antibiotici.

«Esatto, il percorso è stato questo e il bambino ha subito risposto molto bene. Significa che anche i colleghi di Bolzano sono stati bravi ad impostare la terapia che poi noi abbiamo continuato e concretizzato ulteriormente. La nostra rianimazione è sempre a disposizione per emergenze simili».

Adesso come proseguirà il percorso di cura?

«Il paziente, come detto, è migliorato. È stato spostato dalla terapia intensiva al reparto. I parametri vitali sono buoni, anche se permane uno stato febbrile. Sembra rientrato dall’infezione senza complicazioni. Per due settimane dovrà continuare col ciclo di antibiotici somministrati per via endovenosa. Andrà chiaramente tenuto sotto osservazione».

Continuerà a farlo a Vicenza?

«Non è necessario che continui a stare qui dopo la stabilizzazione definitiva. Al momento la prognosi è riservata, ma nelle prossime ore parleremo con i genitori. Se sarà possibile immagino lo faremo tornare vicino a casa anche per una questione di comodità nell’assistenza da parte dei famigliari».

Il caso riporta in primo piano il tema delle vaccinazioni. Il bimbo si era sottoposto al vaccino contro il meningococco C eppure potrebbe essersi ammalato lo stesso.

«Ancora non abbiamo i risultati della tipizzazione sul ceppo che lo ha colpito. Sono esami che sta svolgendo Bolzano e i risultati arriveranno ad ore. Va detto che la copertura del vaccino, come accade per l’influenza, non è totale. Può capitare di contrarre la meningite di ceppo C anche da vaccinati. Ci sono, infatti, diverse varianti. Il decorso, però, è molto meno pesante. Il nucleo importante di questa vicenda, in ogni caso, è che abbiamo a disposizione uno strumento efficace di prevenzione che non presenta controindicazioni. Non ha senso non usarlo. Il mio consiglio diretto ai genitori è di vaccinare assolutamente i loro figli».













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