il ddl

Imi sulle case sfitte, rincari previsti in oltre 20 Comuni 

Gli aumenti su immobili e terreni scatteranno solo nei territori con emergenza abitativa.  Caramaschi: «Una scossa al mercato»


Francesca Gonzato


Bolzano. Aumentare l’Imi sulle case vuote e i cantieri infiniti, agevolare i proprietari che mettono immobili sul mercato dell’affitto: così la giunta provinciale prova a scuotere il mercato della casa in Alto Adige e moderare i prezzi, oggi alle stelle. L’annuncio del disegno di legge ha provocato la reazione dei piccoli proprietari, che parlano di «esproprio». Interesse invece da parte di Centro casa e sindacati.

Dai Comuni è arrivato un giudizio favorevole. «Sì, abbiamo chiesto alcune modifiche al testo, ma il parere espresso dal Consorzio dei Comuni è favorevole», riferisce il presidente Andreas Schatzer.

Se la legge verrà approvata senza modifiche, le nuove aliquote entreranno in vigore dal 2023. Ma non sarà coinvolto tutto l’Alto Adige.

Il disegno di legge prevede la maggiore tassazione degli appartamenti sfitti e le agevolazioni nei Comuni e nelle frazioni con fabbisogno abitativo. Attualmente sono cinque: Bolzano, Merano, Laives, Lana e Appiano. Il presidente Arno Kompatscher ha anticipato: cambieranno i criteri, i territori coinvolti saranno più numerosi. Entro la fine di giugno 2022 è prevista una analisi sulla base dei dati Astat. C’è una stima, informa Schatzer: «I criteri verranno stabiliti dalla giunta provinciale, sentito il Consorzio dei Comuni. L’attuale lista delle aree ad alto fabbisogno abitativo risale a molti anni fa. Dai cinque Comuni attuali arriveremo a venti, forse trenta». Come sindaco di Bolzano, tra le città più coinvolte dal caro-casa, Renzo Caramaschi ha appoggiato il provvedimento nella seduta del Consorzio dei Comuni: «Sono ottimista. L’Imi si potrà rivelare una buona leva per mettere più case in circolazione. Condivido anche l’aumento dell’aliquota sui cantieri non terminati e i terreni non edificati: parliamo di grandi volumi, che possono vivacizzare il mercato immobiliare». Nei Comuni con emergenza abitativa si dovrà applicare un'aliquota maggiorata del 2,5 per cento, fino a un massimo del 3,5 per cento a discrezione dei Comuni. Di norma l’aliquota ordinaria per un'abitazione vuota è dello 0,76%, ma i Comuni possono aumentarla fino all'1,56%. Dal 2023 quindi l’impennata, con l’aliquota 2,5-3,5%. La norma sui rincari non varrà per terreni edificabili di valore inferiore a 200.000 euro. Su questo i Comuni chiedono una modifica, riferisce Schatzer: «All’interno della provincia il valore dei terreni ha oscillazioni troppo marcate, pensiamo alla Badia rispetto ad altre vallate. Proponiamo che i Comuni decidano sul ritocco delle aliquote per i terreni con valore tra 100 mila e 700 mila euro».

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