Assieme all’ambientalista l’hanno firmato Watschinger ed Obwegs

Impianti Sesto, nuovo appello di Stauder «Chi pagherà i danni di questo scempio?»



 SESTO PUSTERIA. Non cessa l'impegno della lista "per una Sesto più vivibile" di Hans Peter Stauder contro il progettato collegamento sciistico fra la Croda Rossa ed il Monte Elmo e contro le altre visioni e progetti con cui la società funiviaria Sextner Dolomiten Spa cerca nuove vie di espansione. In questa lotta Hans Peter Stauder ha sempre goduto anche dell'appoggio di due ex dirigenti provinciali, l'ingegner Ernst Watschinger, che per lunghi anni ha diretto il servizio bacini montani, ed il dottor Karl Obwegs, responsabile dei servizi forestali di Brunico e dell'Alta Pusteria.  Recentemente i tre hanno sottoscritto una lettera aperta, indirizzata al presidente della giunta provinciale, ma anche al Commissario del governo, ai media ed alla Procura della Repubblica di Bolzano, in cui chiedono chi, a lavori ultimati, sosterrà le gravi responsabilità, non solo ambientali, che i firmatari della protesta elencano in sei punti. Per essi l'abbattimento di una ventina di ettari di bosco in una zona idrogeologicamente sensibile, i movimenti terra di circa 150 mila metri cubi e la loro sostituzione con materiale di riporto facilmente soggetto all'erosione genera dei rischi di frane ed altri disastri naturali di cui nessuno fino ad ora si è assunto l'ipotetica responsabilità.  Altrettanto, sostengono, succede per la realizzazione di un muro ciclopico di contenimento, dell'altezza di ben 6 metri nell'ambito della futura stazione a valle della Malga delle pecore e nei pressi del rio Villgrater, contestata anche dalla Valutazione di impatto ambientale, e la stessa realizzazione della pista di discesa mette a rischio la stabilità di una zona idrogeologicamente assai sensibile e consolidata in passato con oltre trent'anni di intensa forestazione.  Le medesime considerazioni, sostengono i due tecnici con il consigliere protezionista, valgono anche per l'impianto e per la pista che dalla stazione a valle di Signaue salirà all'Orto del Toro e che a causa dell'innevamento artificiale e con la deforestazione causata dalla pista di discesa, rovescerà a primavera nel rio Sesto quantità d'acqua quasi sei volte superiori a quelle attuali. Tutte queste considerazioni di carattere tecnico ambientale e che sono supportate da dati e misurazioni certe, ribadiscono sia i tecnici che i rappresentati della lista "per una Sesto più vivibile", sono state ripetute più volte in tutte le sedi in cui è stato possibile esporle ma sono state altrettanto puntualmente ignorate al momento delle decisioni che contano.  «Non dovrebbero e dovranno anche gli impiantisti - si chiedono gli autori della lettera aperta - rispondere alla giustizia nel caso in cui i loro progetti possano divenire in futuro causa di valanghe o di altre sciagure ambientali? E chi lo stabilirà?». (adp)

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