Ipes: è emergenza vera Servono subito 100 alloggi

Il presidente Pfitscher: a Bolzano ci sono quattrocento famiglie in attesa «Solo con gli scambi e i risanamenti non riusciamo a soddisfare tutte le richieste»


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Non ci importa dove verranno realizzati, ma quei cento nuovi alloggi sociali, a Bolzano città, a noi servono. Eccome. Ogni anno sono tre-quattrocento le famiglie da soddisfare. Fra scambi di alloggi e ristrutturazioni, noi non riusciamo a soddisfare tutte le richieste. Per uscirne, ci servirebbero nuove palazzine». Lo spiega il presidente dell’Ipes Konrad Pfitscher, in risposta alle critiche avanzate della circoscrizione Gries riguardo all’area Schrott, all’angolo fra via della Vigna e via Mendola.

Nonostante il via libera da parte della commissione urbanistica comunale, il rione non vuole che l’area possa partecipare al bando di gara Ipes per l’acquisto chiavi in mano di cento alloggi Ipes costruiti da privati su aree private. Sostiene, la circoscrizione, che ci siano continue interferenze sul Comune da parte di alcuni non meglio definiti gruppi di interesse. La presidente Anna Pitarelli parla di «presunte e non giustificate emergenze abitative». I gruppi di interesse, sostiene la presidente della circoscrizione, «esercitano un continuo pressing nei confronti dei competenti organi comunali, affinché attivino atti amministrativi, caratterizzati da un “singolare sostegno trasversale” con cui si stravolgono gli ordinari disposti amministrativi, modificando de facto il principio di pianificazione generale della gestione ordinata del territorio, contravvenendo in tal modo al principio della salvaguardia delle aree verdi esistenti, e non contrastando il pericolo di una ingiustificata quanto non auspicabile speculazione edilizia operata da ristretti ed organizzati circoli economici».

Guardate però dal punto di vista dell’Ipes, le cose stanno altrimenti. «Non voglio assolutamente intervenire nelle questioni interne al capoluogo - commenta il presidente dell’Ipes Konrad Pfitscher - epperò devo rimarcare che quei cento alloggi, a noi, proprio servono». Non importa se verranno realizzati dietro via Resia o in via della Vigna o altrove. Però servono.

A sostegno della propria tesi, il presidente Pfitscher snocciola i dati sulle richieste di alloggi presentate nel 2012 ed evase nel corso del 2013. «Solo a Bolzano città abbiamo un totale di 2.312 domande di assegnazione di un alloggio sociale, 1.764 delle quali ritenute valide. Di queste, ben 304 avevano più di 25 punti. Nonostante gli sforzi, ne abbiamo soddisfatte solo 194». Oltre a queste 304 richieste, ci sono da contare altre 100 richieste di cambi alloggi, da parte di famiglie che si sono allargate o rimpicciolite, cui sono da aggiungere 40 alloggi richiesti dal ceto medio. In più, nel 2013 ne abbiamo assegnati 14 a disabili e altre categorie speciali». In sostanza, «ogni anno a Bolzano città circa 500 famiglie avrebbero diritto a ottenere un alloggio sociale da parte dell’Ipes». La quota in realtà scende un poco, «per via della legge provinciale che limita al 10% la quota di appartamenti da destinare agli immigrati stranieri non appartenenti all’Unione europea, però, comunque, ne rimangono sempre fra le tre e le quattrocento da sistemare».

Come Ipes, «facciamo di tutto per trovare un alloggio a tutti i richiedenti sopra i 25 punti, ma solo basandoci sui cambi alloggio e sulle ristrutturazioni del patrimonio esistente, ora come ora non ce la facciamo». Servono, quei cento alloggi, per dare respiro all’Ipes. «Poi, accelerando sui risanamenti, sul ripristino dei vecchi alloggi già esistenti, ce la dovremmo fare». Ma quei cento alloggi nuovi, dovunque li si realizzerà, servono.

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