BOLZANO

Iveco, 69 giorni di cassa integrazione a Bolzano

Allarmati i sindacati: coinvolti 380 lavoratori su 800, timori per il 2017. Fa sperare la commessa di 530 milioni per 50 mezzi



BOLZANO. La buona notizia è che l’Iveco, una delle aziende più importanti del panorama altoatesino, quest’anno chiuderà il bilancio in attivo.

Iveco, il rilancio a Bolzano con i dollari dei marines Un affare da 103,8 milioni per 16 blindati-anfibi. La cassa integrazione dovrebbe terminare a fine giugno

Il rovescio della medaglia è che nel 2016 la Cassa integrazione ha interessato quasi la metà dei lavoratori (tanto gli operai quanto gli impiegati) per un totale di 69 giornate, di cui diverse anche a dicembre. «In soldoni - sottolinea Fabio Parrichini, segretario provinciale della Fiom Cgil - ciò significa una perdita secca annua di oltre 3 mila euro per ogni operaio. Quest’anno, tra l’altro, siamo andati in crescendo: 20 giorni di Cig nel primo semestre e 50 nel secondo semestre. Le nostre preoccupazioni maggiori sono rivolte ovviamente al 2017, anche perché abbiamo il timore che il quadro generale resti lo stesso. I dipendenti vorrebbero avere precise garanzie sul loro futuro».

Anche per questo le sigle sindacali hanno chiesto un vertice con un delegato nazionale dell’azienda, che è già stato fissato per mercoledì 30 novembre a Bolzano. Con ogni probabilità sarà quella la sede in cui discutere del piano industriale e delle commesse in arrivo.

«È nostro dovere - sottolinea Joe Pelella della Uil - chiedere precise garanzie. E confido che le otterremo. In tal senso mi fa ben sperare il recente via libera del Parlamento ad una commessa di 50 mezzi, di cui undici prototipi. Si tratta dei carri armati Centauro 2 prodotti dal Consorzio Iveco-Oto Melara».

L’azienda ha spiegato ai sindacati che la situazione occupazionale dovrebbe migliorare nel medio periodo, a partire dal 2018. «Il prossimo anno - continua Pelella - è possibile che Iveco debba ancora fare ricorso alla cassa integrazione, ma nel 2016, anche grazie alla Cig, è stato possibile chiudere il bilancio in attivo».

Più critica la lettura di Parrichini (Fiom/Cgil): «È vero, i conti non saranno in rosso ma a tirare la cinghia sono stati i lavoratori, che hanno tutto il diritto di saperne di più in tempi brevi».

In attesa del vertice fissato per fine mese a Bolzano - le sigle sindacali avranno probabilmente appuntamenti separati - è comunque possibile fare il punto della situazione con le notizie che trapelano a livello nazionale. In particolare con i dati diffusi dall’Osservatorio sulle spese militari italiane.

Le commissioni Difesa e Bilancio di Camera e Senato hanno concluso l’esame dei nuovi programmi di acquisizione degli armamenti presentati dal ministero della Difesa esprimendo parere favorevole (contrario solo il Movimento cinque stelle). L’Esercito potrà quindi procedere all’acquisto dei primi 50 (di 136) carri armati «Centauro 2» prodotti dal consorzio Iveco (Fiat) – Oto Melara al costo di 530 milioni di euro. «Si tratta - sottolineano i sindacati - di una commessa importante, destinata ad avere riflessi importanti soprattutto per Bolzano».

Il finanziamento dei programmi di acquisizione degli armamenti è a carico del Ministero dello sviluppo economico (spesa totale di 1 miliardo se comprendiamo anche gli elicotteri prodotti da Leonardo, ex AgustaWestland (Finmeccanica) al costo di 487 milioni), integralmente per quanto riguarda gli elicotteri e prevalentemente per i carri armati targati Iveco. «Il 2017 - conclude Pelella - si annuncia ancora come un anno di transizione, in attesa della ripresa vera preannunciata per l’anno successivo. Noi continueremo a vigilare».













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