Il caso

L’aggressore di Laives: «Me lo ha ordinato lo stregone» 

Il giudice Andrea Pappalardo ha convalidato l’arresto. Il giovane nigeriano resta in cella in custodia cautelare ma ha rifiutato di partecipare all’udienza. Il medico del carcere ha comunicato al giudice che il ragazzo ha problemi



BOLZANO. Il nigeriano ventenne autore del pomeriggio di terrore a Laives (che ha provocato nove feriti e molta paura) per il momento resta in carcere. Il giudice delle indagini preliminari Andrea Pappalardo ha convalidato l’arresto operato dai carabinieri nell’immediatezza dei fatti ed ha accolto le istanze della Procura della Repubblica con emissione di un’ordinanza di custodia cautelare. Da un punto di vista operativo non è stata un’udienza semplice. Il giovane straniero (difeso dall’avvocatessa Mara Uggè) sostanzialmente non ha voluto assistere all’udienza che si è tenuta direttamente nel carcere di via Dante.

Poco prima dell’udienza il giovane (che ha 20 anni ed è in Italia da tre anni) ha avuto un rapido incontro con un connazionale detenuto al quale era stato demandato il compito di convincerlo ad assumere posizioni meno drastiche. Il risultato è stato disarmante nel senso che il giovane (che in occasione del raid a Laives aveva sostenuto di dover recuperare il proprio cuore) si è seduto a terra in cella facendo un’unica dichiarazione nella sua lingua: “Lo stregone del villaggio mi ha detto che devo tacere”. Da quel momento il giovane non ha più detto una parola. La conferma del carcere è stata l’unica strada percorribile.

Che lo straniero abbia problemi di carattere psichico è fuori discussione. Poco prima dell’udienza il medico della casa mandamentale di via Dante ha segnalato al giudice Pappalardo che l’indagato non sarebbe stato in grado di seguire l’udienza e che le sue condizioni mentali erano molto critiche. Sarà il centro di salute mentale a comunicare al giudice quando l’indagato sarà in grado di sostenere un interrogatorio. Per il momento non è chiaro neppure di cosa soffra.

L’udienza, organizzata in remoto, è stata così annullata. nel frattempo è stato confermato che il giovane è arrivato in Italia quando aveva 17 anni. Era dunque entrato in Italia come minore non accompagnato ed aveva fatto una richiesta di protezione internazionale affidandosi ad un amministratore di sostegno. La commissione territoriale di Verona non ritenne fondata la richiesta di protezione internazionale ma il giovane ottenne però un permesso di soggiorno nel nostro Paese per farsi curare.

Al momento al giudice non è stata consegnata alcuna documentazione medica specifica. L’avvocatessa Uggè ha però avuto un primo incontro con l’amministratore di sostegno il quale avrebbe sottolineato che il ragazzo sino a qualche giorno fa sarebbe stato tranquillo. Il giovane nigeriano risulta in cura a Bolzano dal 2018. Il suo comportamento estremamente violento dell’altro pomeriggio avrebbe dunque colto di sorpresa tutti coloro che lo conoscono.

Da tre anni era ospite di una struttura di recupero a Salorno presso la quale svolgeva anche qualche attività lavorativa. Recentemente però aveva manifestato la volontà di allontanarsi (non si sa per quale motivo). L’esplosione di violenza dell’altro giorno a Laives è avvenuta proprio dopo che il ragazzo aveva deciso di abbandonare la struttura la quale non ha la possibilità di trattenere qualcuno al proprio interno. Come detto al momento non è disponibile alcuna documentazione medica ufficiale. Molto probabilmente il ragazzo soffre di problemi psichici legati a forme di schizofrenia. MA.BE.













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