Il caso

Le imprese: «Alloggi per i lavoratori, tutto fermo per colpa dei Comuni» 

La Provincia ha approvato otto mesi fa il regolamento per gli alloggi temporanei nelle zone produttive ma i municipi non hanno ancora aggiornato i singoli piani d’attuazione. Cna: «Un ritardo che pesa sulle aziende»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Case nelle zone produttive? Sembrava fatto. E invece no, da più di mezzo anno è tutto fermo. Ogni tanto le imprese bussano in Comune, a volte in Provincia e chiedono lumi. Silenzio. La questione non è di poco conto, perche proprio le abitazioni presso i luoghi di lavoro sono lo snodo per sbloccare la carenza di mano d'opera.

«Venire a lavorare a Bolzano è un costo - dicono dalle aziende, soprattutto quelle artigianali e medio piccole - per i prezzi sbalorditivi degli affitti ma anche per noi che dobbiamo procurare posti letto».

Comuni ancora fermi

Cosa è accaduto? Che la Provincia ha fatto il suo ma i municipi no. In sintesi: da otto mesi la giunta di palazzo Widmann ha approvato il regolamento sugli alloggi temporanei per i lavoratori nelle zone produttive ma proprio in base a questo input legislativo questo tipo di alloggi può essere realizzato accanto ai siti produttivi solo se inserito nei piani di attuazione della zona in questione. In pratica i piani dovrebbero essere semplicemente aggiornati dai Comuni perché la cornice normativa generale ora offre il via libera

Dunque? «Dunque non è accaduto niente di tutto questo - dicono i vertici di Cna, in prima linea nel richiedere l'attuazione del regolamento - perché una norma che potrebbe respiro a tutto il mondo economico è rimasta sulla carta».

Lettera morta. In un momento in cui si registra una fortissima carenza di personale in tutti i settori e il caro alloggi frena l’arrivo di manodopera da fuori provincia. «Se in teoria l'innovazione urbanistica varata alla fine del 2021 rappresenta una importante seppur parziale risposta - commenta Gianni Sarti, segretario degli artigiani - in pratica e fino ad ora è rimasta una opportunità solo sulla carta. È necessario quindi che gli uffici tecnici dei Comuni e, per le zone di interesse provinciale anche della Provincia, si attivino al più presto per introdurre le indicazioni del regolamento, il tutto in assenza di criteri oggettivi a parte i requisiti acustici e sanitari». I piani attuativi municipali sono, in questa luce, decisivi. Devono operativamente prevedere per quali attività, per quali lotti e in che misura possono essere realizzati gli alloggi. In un quadro generale nel quale proprio l'Alto Adige rappresenta un contesto molto attrattivo per i collaboratori potenziali delle aziende. In ambito locale spesso è infatti difficile trovarli e dunque ci sarebbe una strada spalancata nei confronti di altre realtà lavorative e produttive caratterizzate da un alto livello di disoccupazione.

Il caro alloggi e i pendolari

In molti sarebbero pronti a trasferirsi a Bolzano, ad esempio, se non trovassero ostacoli a volte insormontabili come il costo della vita e il caro affitti. C’è poi la questione dei pendolari. Il capoluogo offre in ogni caso opportunità notevoli anche per lavoratori del territorio ma quello che impedisce una virtuosa integrazione di forza lavoro interna ed esterna sono anche le distanze e una viabilità non ottimale. Disporre di alloggi temporanei, magari da liberare nei fine settimana, costituirebbe un enorme vantaggio anche per le aziende oltreché un’opzione lavorativa interessante.

«Rendere attuabile finalmente questa norma- aggiunge a sua volta il presidente di Cna, Claudio Corrarati - significherebbe dare alle imprese uno strumento per contrastare i problemi, tra loro connessi, della carenza del personale e del caro casa. Problemi che affliggono soprattutto le imprese del fondovalle». Con la ripresa, Provincia e Comune sono attese al varco. E questo snodo si aggiunge a quelli più generali che anche gli industriali si apprestano a presentare alla controparte politica.













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