Lockdown, 3 giorni per decidere

Bolzano. La zona rossa è scongiurata: il ministro Roberto Speranza è intenzionato a rinunciare al nuovo criterio di 250 casi settimanali di Covid-19 ogni 100mila abitanti, che avrebbe proiettato l’Alt...


Francesca Gonzato


Bolzano. La zona rossa è scongiurata: il ministro Roberto Speranza è intenzionato a rinunciare al nuovo criterio di 250 casi settimanali di Covid-19 ogni 100mila abitanti, che avrebbe proiettato l’Alto Adige di sicuro verso il «rosso». Ne ha discusso Arno Kompatscher ieri mattina con gli altri presidenti, Speranza e il ministro Francesco Boccia nella seduta della Conferenza Stato-Regioni sul Dpmc ed eventuale decreto legge con le regole dal 16 gennaio. «Dopo le proteste del collega Bonaccini, siamo d’accordo che il criterio dei 250 casi ogni 100 mila abitanti potrebbe avere come effetto controproducente la tentazione di effettuare meno tamponi», così Kompatscher.

L’Alto Adige resta zona gialla, ma i prossimi giorni saranno decisivi. Il tema, come hanno annunciato più volte Kompatscher e l’assessore alla Sanità Thomas Widmann, è la prospettiva di un lockdown, più rigido rispetto alle misure della seconda ondata. Le decisioni locali e il provvedimento nazionale (il testo è previsto per giovedì) verranno discusse oggi dalla giunta provinciale: Kompatscher ha invitato i colleghi a una seduta in presenza, non in videoconferenza.

La situazione preoccupa tutti, chiarisce Kompatscher: «Il ministro Speranza ha ricordato i contagi in aumento: un trend iniziato in altri Paesi europei, che coinvolgerà anche noi». Nei prossimi giorni arriveranno i contagi di Capodanno. Il prossimo Dpmc di Conte confermerà l’abbassamento della soglia dell’Rt, con 1 si va in arancione, con 1,25 si va in zona rossa. «Inutile farsi illusioni, ci avviamo a un’Italia in arancione, con forse una sola eccezione. Tra le misure prospettate dal governo c’è la classificazione ad arancione delle zone gialle a rischio», così Kompatscher. E la nuova stretta in Alto Adige? «Vogliamo capire i dati dei prossimi due-tre giorni, quando sarà chiaro il quadro post festività. Oggi abbiamo un tasso leggermente sopra la soglia di allarme sia per le terapie intensive che per i letti ospedalieri. Dobbiamo muoverci con il giusto timing. La nostra speranza è di andare avanti con le aperture il più lungo possibile, ma se sarà necessario, dovremo decidere subito per una chiusura rigida, di durata limitata», annuncia Kompatscher. Speranza ha ribadito l’intenzione di rinviare la riapertura delle piste da sci, prevista il 18 gennaio. «Ho sconsigliato questo passo», conclude Kompatscher, «Se proseguirà il divieto di spostamento tra regioni, saranno gli stessi impiantisti a valutare se aprire o meno». Irritato l’assessore Daniel Alfreider: «Ci siamo solo noi, non abbiamo turisti. Sta a noi rispettare le regole, per tutelare la salute e consentire il lavoro a più categorie possibili. Troppi si comportano come vogliono? Pagheremo tutti le conseguenze».

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