Magré, chiude la scuola Alunni dirottati a Laghetti

Tommasini: «Pochi iscritti in prima e molti studenti con background migratorio» Urzì: «Errori di programmazione, sarebbe bastato investire sulla seconda lingua»


di Massimiliano Bona


La decisione adesso è definitiva: dal prossimo anno scolastico sarà chiusa la scuola elementare italiana di Magré e gli alunni saranno dirottati a Laghetti di Egna. Questa scelta, già deliberata dal Consiglio scolastico, è stata confermata ieri dall’assessore provinciale Christian Tommasini. «Ci sono pochi iscritti - spiega il vicepresidente della Provincia - e la maggioranza ha un background migratorio. Assieme ai Comuni direttamente coinvolti è stato deciso di potenziare Laghetti, dove abbiamo già una scuola bilingue. La distanza, tra i due Comuni, è più che accettabile: quattro chilometri».

Tommasini, nella sua presa di posizione, attacca anche il consigliere provinciale di «Alto Adige nel cuore» Urzì, reo - a suo dire - di farsi la campagna elettorale sulla pelle delle famiglie interessate. «Lo trovo vergognoso. Abbiamo fatto incontri con i genitori e le famiglie sono d’accordo. Ci sono pochissimi iscritti e questo è un fatto oggettivo. E i ragazzi, per crescere, devono poter essere inseriti all’interno di una classe. Non ha davvero senso tenerli divisi. Prima, dal nostro punto di vista, deve venire sempre il bene dei bambini».

Alessandro Urzì, dal canto suo, respinge le critiche al mittente e ritiene che sia stato l’assessorato di Tommasini a commettere una serie di errori a livello di programmazione.

«La denuncia del grave rischio in corso l'avevo lanciata già nell'ottobre dello scorso anno. La reazione da parte delle istituzioni provinciali è stata pressoché nulla e così quello che poteva essere riparato è diventato irreparabile. Non si è arrivati a questa situazione dal giorno alla mattina. È da anni che la scuola soffre. Era stata applicata per anni anche la deroga per il mantenimento della scuola, sotto i previsti 16 alunni minimi. Ma parallelamente si era venuto a determinare anche un esodo di iscrizioni nelle scuole del circondario, fra Salorno, Bolzano e Egna. Un esodo sul quale ha avuto un suo peso anche l'assenza dell'inserimento dell’insegnamento veicolare della seconda lingua che a maggior ragione in una scuola della Bassa Atesina dovrebbe essere considerato uno dei punti di forza. È evidente che la scuola ha perso la sua attrattività negli anni. Sono certo che quella scuola avrebbe potuto divenire interessante anche per famiglie mistilingui e di lingua tedesca, se solo si fosse fatto l'investimento sulla seconda lingua».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi
la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli

Attualità