la tragedia

Mostafa, 19 anni, morto al gelo a Bolzano. «Voleva aiutare la sorella» 

Il giovane deceduto sotto il cavalcavia ferroviario a Bolzano sud era partito dall’Egitto nel 2018. L’amico Shabaan Alaa era con lui quella notte: «Avevamo chiesto aiuto, ci hanno detto che i dormitori erano già pieni». Prima di lui c'erano 170 persone in lista d'attesa


ALIOSHA BONA


BOLZANO. Mostafa Abdelaziz Mostafa Abouelela: è questo il nome del diciannovenne morto di freddo venerdì scorso a Bolzano. Egiziano, nato e cresciuto a Gharbeya, a nord del Cairo, si era allontanato da casa alla fine del 2018. Un lungo viaggio verso l’Europa lo ha portato a vivere e lavorare in Francia per qualche mese. Ma l’obiettivo era l’Italia, per ottenere il permesso di soggiorno, un lavoro, un po’ di denaro per sé e per aiutare la famiglia in Egitto.

La notte del 9 dicembre gli è stata fatale, a sole 48 ore dal suo arrivo a Bolzano. Il corpo senza vita è stato trovato in zona industriale, sotto il cavalcavia ferroviario di via di vittorio. «E' fuggito da qui per darci un futuro», racconta il fratello, Mohamed Ahmed, «la nostra famiglia è povera, voleva renderci la vita più facile, ma ha messo a repentaglio la sua». I contatti con i parenti erano frequenti, sapevano degli spostamenti di Mostafa e sapevano come viveva, senza un letto e con lo stomaco vuoto. «Non si è arreso, voleva aiutare la nostra sorella maggiore, che ha espresso il desiderio di sposarsi con il suo compagno», conclude commosso il fratello.

Mostafa si era presentato all’infopoint di Volontarius il giorno prima della tragedia ed era in lista d’attesa per un posto letto in dormitorio. Il problema è che prima di lui c’erano 170 persone. Tante di queste, solo ora hanno trovato un tetto provvisorio sopra la propria testa. Ed è chiaro, quanto triste e frustrante, come il dramma della scorsa settimana abbia velocizzato il processo di allestimento di nuovi posti letto. Tra i senzatetto che in queste ore si sono recati all’ex Alimarket di via gobetti c’è Shabaan Alaa: avrebbe potuto fare la stessa fine di mostafa. lo conosceva, era con lui la notte della tragedia. Ha visto e sentito tutto, dalla sofferenza per il freddo, all’intervento dell'ambulanza, giunta sul posto con il medico d’urgenza e la polizia. L’allarme è stato tardivo e Shabaan lo ha visto morire davanti ai suoi occhi: «Quella sera faceva freddissimo, credo fossero 9 gradi sotto zero», ricorda stringendo una coperta tra le mani, «entrambi non abbiamo nessuno qui a Bolzano, quindi l’unica possibilità era dormire per strada. Nei giorni precedenti avevamo fatto richiesta per un posto dove poter dormire, ma ci è stato negato. Ci hanno detto che al momento erano pieni».

Ascoltano con attenzione la testimonianza coloro che invece da settimane si trovano ospiti dell’ex Alimarket. Lì, ieri mattina, si è rivista Federica Franchi dell’associazione «Bozen solidale», attiva da anni nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione in Alto Adige. Dopo la consegna di coperte e vestiti, Franchi offre una cesta colma di mele. I dieci migranti in attesa fuori dal centro ne approfittano e affondano la mano. Anche Shabaan Alaa, che prosegue il suo racconto a fatica, supportato da un traduttore: «Che persona era Mostafa? Era simpatico, gentile e disponibile», risponde pensando a ciò che sarebbe potuto essere, «nessuno si merita questa fine, a maggior ragione un ragazzo del genere. Se solo fosse stato ospitato, come aveva chiesto, sarebbe qui con noi». ora, invece, le parole affondano nei ricordi.

Sui social sono centinaia i messaggi di cordoglio, scritti tutti in arabo perché qui a Bolzano ancora si doveva fare conoscere. «Riposa in pace amico mio», si legge sul profilo social della vittima. Il fratello Mohamed ahmed ha pubblicato una sua foto, dedicandogli un ultimo saluto: «Addio Mostafa, ancora non posso credere che non ti vedrò più».

Mostafa, che avrebbe compiuto 20 anni tra meno di un mese, verrà ricordato nella manifestazione organizzata da «Bozen solidale» per sabato 17 dicembre alle ore 10.30 in piazza università. «Morire di freddo a 19 anni, nella città più ricca d'Italia, è una vergogna senza fine», sottolinea l’organizzazione lanciando l’invito su facebook.

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