Nasce la più grande cantina altoatesina

La più estesa costruzione interrata dell’intero arco alpino. La «sociale» di Gries e Santa Maddalena sarà pronta nel 2018


di Davide Pasquali


BOLZANO. Alta come un palazzo di dieci piani, occuperà un volume pari a quello di cento appartamenti. Sarà la più grande cantina vitivinicola dell’Alto Adige. Ma non solo, si tratta di una delle più estese costruzioni interrate mai realizzate in tutte le Alpi. Stiamo parlando della nuova cantina sociale di Bolzano, in cui confluiranno fisicamente le due storiche cantine sociali di Santa Maddalena e Gries, fusesi formalmente già un decennio fa. Un colosso del vino con 220 soci viticoltori. Dopo un anno di complessi lavori preparatori, ieri si è posata la prima pietra. La costruzione sarà terminata nel 2018. Costerà 32 milioni di euro.

Siamo a San Maurizio. Di fronte all’ospedale regionale. Un’area particolarmente delicata, tutelata dal punto di vista archeologico, paesaggistico e degli insiemi architettonici. Per questo, nonostante l’immane sbancamento, fra due anni esatti, al termine dei lavori, della costruzione si vedrà poco niente: un piccolo edificio a forma di torretta, leggero, in vetro, poco discosto dalla strada. Dietro, si potrà ammirare un grande vitigno tutto in salita, punteggiato qua e là da pannelli fotovoltaici. Il resto sarà tutto quanto sottoterra.

Il pendio. Verrà ricreato artificialmente, ma con la medesima pendenza del passato. Non solo una scelta architettonica legata alla morfologia del terreno prescelto e messo a disposizione dalla curia vescovile. Si tratta anche di una questione legata alla tecnologia e alla logistica del processo produttivo del vino. In cima alla collina porteranno due strade, a semicerchio, ricavate sui lati esterni del pendio-cantina, dove saliranno i trattori per svuotare i cassoni di uva posti sui loro rimorchi. I grappoli precipiteranno giù nella cantina, iniziando così un processo tutto quanto in discesa, tutto per caduta, a partire dalla pigiatura. Perché, come noto, qualsiasi liquido tende a scendere. Compreso il mosto. Una facilitazione notevole, per chi si occuperà della vinificazione. Insomma, si sfrutterà al massimo la forza di gravità.

Una storia annosa. Quella della cantina vini di San Maurizio, che per la precisione si chiamerà Cantina Bolzano - Kellerei Bozen, è una storia lunga lunga, partita ormai dieci anni fa. In piazza Gries mancava spazio, idem a Santa Maddalena. Spazio per lavorare, per stoccare, ma anche per ampliarsi, per poter crescere. Non da ultimo, il grosso problema del traffico, con tutti quei trattori dentro e fuori dal quel viottolo tortuoso, immersi nel traffico cittadino.

Il sostegno di (quasi) tutti. Non è stato facile, ha ribadito più volte ieri il presidente della Cantina, Michl Bradlwarter. Ricorsi su ricorsi, da parte di chi proprio non voleva la nuova cantina a San Maurizio e di chi poi non voleva nemmeno il residenziale sulla futura area ex cantine in piazza Gries. Si è dovuti andare più volte fino al Consiglio di Stato, a Roma. Alla fine, ci si è riusciti, con l’appoggio, convinto, della politica e del mondo economico locale, come dimostrava inequivocabilmente, ieri, la presenza di molta parte dell’Alto Adige che conta: l’assessore provinciale Schuler, il vicesindaco Baur e l’assessore comunale Walcher (fra il resto uno dei 220 soci della cantina - e uno dei più entusiasti), l’ex governatore Durnwalder, l’ex presidente del Bauernbund Mayr, il vicepresidente del consiglio provinciale Widmann, il presidente della Camera di commercio Ebner.

La messa in sicurezza. La costruzione della nuova struttura, progettata dallo studio di architettura Dell’Agnolo-Kelderer, è affare complesso e lo dimostra l’anno impiegato per mettere in sicurezza il versante della montagna. Prima lunghi e approfonditi sondaggi geologici per capire esattamente cosa si sarebbe trovato sottoterra. Poi, c’è stata la costruzione di enormi valli paramassi, alti quasi dieci metri, in cima a quella che sarà la futura cantina. Si sono simulate frane per testarne la resistenza. Poi, si è iniziato a scavare e contestualmente a realizzare l’enorme muro di contenimento, alto quanto un palazzo di dieci piani. La terra e la roccia scavati sono stati pressoché interamente riciclati, nel senso che sono stati reimmessi nel ciclo produttivo delle costruzioni, per realizzare sottofondi di strade o altro.

Lagrein e giornali. In questi giorni, si è finalmente iniziata l’edificazione vera e propria e ieri si è posata la prima pietra. In realtà, si trattava di un cofanetto, nel quale sono stati inseriti, perché i posteri possano eventualmente capire, 5 oggetti: una bottiglia di Lagrein (il top dei vini di Gries) e un’altra - ovviamente - di Santa Maddalena. Poi, una pergamena. Infine, una copia dell’edizione di ieri dei due giornali simbolo della nostra terra, l’Alto Adige e il Dolomiten.

E fra due anni? Inizieranno le grandi manovre, in tutti i sensi. Si comincerà a portare a San Maurizio le attrezzature di entrambe le cantine, dalla linea di imbottigliamento ai silos. Sarà complicato, da fare. Perché si dovrà fermare la produzione per settimane. Nelle settimane precedenti al trasloco i trenta dipendenti della cantina dovranno correre come i matti, per mettere il vino in bottiglia, per fare scorte da vendere. Poi, finita l’operazione, Benko comincerà le sue grandi manovre, per realizzare, nel cortile interno di piazza Gries, i suoi oltre cento appartamenti. Assai probabilmente, non per tutte le tasche.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità