Nell’hi-tech 600 posti in due anni Ma mancano tecnici e ingegneri

Vanno bene automotive, metalmeccanico e alimentari che sono tra i settori ad esportare di più Tra i modelli Microgate, Röchling, Dr.Schaer, Durst e Oberalp: sono tutte a caccia di personale


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Le aziende hi-tech sono tra le più scoppiettanti e dinamiche del mercato del lavoro altoatesino. Il pensiero va a Microgate, Röchling, Dr.Schaer, Leitner, Technoalpin, Durst e Oberalp, tanto per citarne alcune. I tratti comuni a queste imprese sono gli investimenti nell’innovazione dei processi produttivi, la ricerca costante di nuovi collaboratori (soprattutto ingegneri e tecnici specializzati) e una spiccata internazionalizzazione.

I nuovi posti di lavoro. «Nel 2013 le 25 aziende del gruppo high-tech che fanno capo ad Assoimpenditori – sottolinea Mirco Marchiodi, che guida il Centro Studi – occupavano 6.370 dipendenti, oggi sono 6.963. Si tratta di 600 posti in più, con un aumento del personale che si attesta attorno al 10%». Il fatto rilevante è che non si tratta di semplici assunzioni (che sono ancora di più), ma di posti di lavoro aggiuntivi, creati ex novo. «Tra i settori vanno bene automotive, metalmeccanico e alimentari, che non a caso sono i settori che esportano di più. Le due cose (high-tech e internazionalizzazione) sono sempre più legate una all'altra (chi innova riesce a competere sui mercati internazionali ndr) e l’aumento dell’export va di pari passo con l'aumento dell’occupazione nelle imprese che lavorano con l'estero».

Le assunzioni. Per quanto riguarda le assunzioni, nel periodo gennaio-ottobre, in Alto Adige ne sono state fatte 11 mila a tempo indeterminato, il che significa 5.300 in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Le trasformazioni da contratto a tempo determinato a tempo indeterminato sono state 6 mila. Il lavoro - grazie anche al «Jobs act» - sta diventando molto più stabile.

Röchling cerca tre ingegneri. «Anche in questo momento - spiega Renzo Magnabosco della Röchling di Laives - stiamo cercando tre ingegneri elettronici. Ma stiamo facendo una grande fatica. Solitamente peschiamo nel Veneto e in Trentino anche perché a Bolzano non ci sono ancora i primi laureati. In due anni il nostro gruppo – attivo anche a Trento e Volpiano (To) – ha assunto 50 persone nel settore ricerca e sviluppo e 80 operai. Questi ultimi sono di 14 nazionalità diverse e con le notti arrivano a 1400 euro al mese. Lavoriamo con colossi del calibro di Vw, Bmw, Ford, Mercedes e Audi. Il nostro mondo è influenzato dai costi per la logistica che arrivano fino al 50%». Il fatturato si aggira sui 160 milioni e i dipendenti sono 1.100, di cui 930 in zona.

Durst e Alupress. Christof Oberrauch, dopo tanti anni in prima linea, oggi è presidente della holding, che ha 1.600 dipendenti e un fatturato di oltre 350 milioni. A guidare l’azienda è il figlio Harald Oberrauch, ex hockeista professionista ai tempi del Milano 24 di Quintavalle. «Chi ha un solido passato nello sport, spesso ha una formazione ed un’educazione che aiuta ad imporsi anche nella vita. Nel nostro team abbiamo ingaggiato due super manager altoatesini che si sono fatti largo all’estero, uno negli Stati Uniti e l’altro in Germania. Siamo sempre alla ricerca di tecnici e ingegneri e cerchiamo di scovarli anche sul mercato altoatesino». Il successo delle due aziende della val d’Isarco è legato anche alla vocazione per l’export. «Per Alupress siamo arrivati al 100% e per Durst al 95 per cento. Tra i mercati di spicco ci sono anche gli Stati Uniti e i Paesi dell’Est. Ai giovani dico che lavorare dovrebbe essere un piacere e per questo è preferibile seguire le proprie inclinazioni. Bisogna, poi, sapere almeno tre lingue».

Microgate. Federico Giudiceandrea, oltre che ad di Microgate è anche presidente del gruppo hi-tech che fa capo ad Assoimprenditori. «La nostra azienda ha 150 dipendenti e un fatturato di 30 milioni. Siamo in crescita e sempre a caccia di ingegneri elettronici e informatici. In attesa di poter attingere anche dal mercato bolzanino prendiamo professionisti che si formano a Graz, Monaco, Padova, Bologna, Milano o che già lavorano al polo tecnologico di Mestre. Cerchiamo di seguire gli studenti anche durante la fase formativa. In Alto Adige, purtroppo, c’è poca cultura tecnica. Ai nuovi assunti dico che è bello misurarsi con il mondo, gareggiare con i primir. Si parte con uno stipendio di 2 mila euro, ma chi è capace cresce in fretta».

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