Salute

«Pazienti con disturbi alimentari, il Day hospital sottoutilizzato» 

La struttura di Via Carducci. Il primario Roger Pycha: «Villa Eea, struttura specialistica, fiore all’occhiello per il capoluogo e Laives è stata aperta in primavera. I bolzanini sanno molto poco della sua esistenza e dell’offerta terapeutica connessa. Un peccato»


Valeria Frangipane


BOLZANO. In via Carducci è stata inaugurata a primavera “Villa Eea”, struttura specializzata nella cura dei disturbi alimentari (anoressia e bulimia in primis), gestita dalla cooperativa Città azzurra in convenzione con l’Asl.

Roger Pycha - primario di Psichiatria a Bressanone e viceresponsabile della Rete provinciale che cura i malati di cibo - spiega che il centro, fiore all’occhiello per Bolzano e Laives, viene utilizzato dai pazienti della periferia mentre resta basso l’afflusso di chi vive nel capoluogo e nei suoi dintorni. «I bolzanini sanno poco o niente della sua esistenza e dell’offerta terapeutica connessa. Non sanno che possono essere sostenuti da un’equipe composta da diverse figure professionali: infermieri, neuropsichiatri, dietologi, dietisti, terapisti occupazionali, assistenti sociali. Perchè da soli non possono farcela. Un vero peccato perchè la richiesta d’aiuto in questo settore va aumentando sempre più».

Il primario offre due esempi concreti. «L’alloggio protetto è dotato di 8 posti letto. Al momento ne sono occupati 4 e si tratta sempre di pazienti che vengono da fuori provincia».

Il medico spiega che il day hospital, centro diurno, resta a sua volta sottoutilizzato. «La struttura è in grado di fornire da 3 a 5 pasti “sorvegliati” al giorno. I soggetti affetti da disturbi dell’alimentazione non si rendono conto che rischiano di morire di fame e che devono imparare a mangiare, masticare e deglutire sotto stretto controllo. Per questo al “tavolo di sostegno” i pazienti vengono seguiti da nutrizionisti, infermieri specializzati ecc. Le giovani - perchè purtroppo questo è il target - vengono “sollecitate” a nutrirsi da personale appositamente formato - nel caso di anoressia - ed allontanate dall’ossessione del cibo mentre si controlla che evitino di nascondere, perchè spesso accade anche questo». Spiegano di aver mangiato, in realtà l’hanno nascosto. «Il day hospital segue anche pazienti affetti da bulimia, che si abbuffano in un tempo rapidissimo per poi rigettare tutto. Vengono invitati a mangiare lentamente, a gustare il cibo masticando con attenzione, fondamentale la mezz’ora che segue il pasto durante la quale il bulimico si libera di quel che ha ingerito».

Il primario dice che a Bolzano è stata creata una struttura importate che fino a pochi mesi fa mancava ed invita chi dovesse averne bisogno ad utilizzarla. «”Villa Eea” lavora con la Rete per i disturbi dei comportamenti alimentari coordinata da Markus Markart, primario di Pediatria di Bressanone e vanta un team di specialisti che segue i singoli casi. Il day hospital - conclude il medico - ha pochissime richieste su Bolzano che ricordo vanno indirizzate al Centro di psicoterapia e psicosomatica - ambulatorio di disturbi alimentari cooperativa sociale Città Azzurra - che si trova in via Cassa di Risparmio 8».

Raffaela Vanzetta, coordinatrice del Centro per i disturbi del comportamento alimentare (Infes 0471/970039) di via Talvera - che collabora sua volta con Villa Eea - ricorda che il Covid ha peggiorato una situazione già delicata. «Se prima della pandemia facevamo tra le 280/300 prime consulenze l’anno nel 2021 siamo volati a 517». Quasi il doppio. «Ed a chiedere aiuto sono soprattutto i giovani ai quali il Covid ha tolto socialità, prospettive di vita e futuro. Oltre all’aumento dei casi preoccupa l’abbassamento dell’età: mai prima d’ora, avevamo visto tante giovanissime tra gli 11 e i 14 anni».













Altre notizie

Attualità