Bolzano

Piazza Erbe, i baristi protestano: «Un’altra ordinanza ci rovina» 

Lettera aperta degli esercenti (Black sheep, Mr Ale, Downtown e Nadamas): « Profondamente contrari a nuove restrizioni dopo la pandemia e dopo i divieti del 2021 che ci hanno danneggiato molto senza risolvere il problema»


Valeria Frangipane


BOLZANO. La decisione è praticamente presa ma serve ancora il passaggio al Comitato ordine e sicurezza. Dopo le proteste dei residenti che nei fine settimana non chiudono occhio - «sparano musica tecno a tutto volume sotto le nostre finestre fino alle 4.30 della mattina» - il sindaco Renzo Caramaschi si ritrova, suo malgrado, a rispolverare per luglio ed agosto l’ordinanza anti-movida che per colpa di Piazza Erbe andrà a colpire varie zone della città: «Speravo si potesse aspettare ancora un po’ ma non è possibile».

«Non è con i divieti - dice Elena Bonaldi, presidente di Confesercenti - che si affrontano i problemi» mentre quasi tutto il consiglio comunale ha approvato il documento voto della “Civica per Bolzano” che propone misure meno rigide.

I gestori delle attività di Piazza Erbe non ci stanno ed hanno inviato email dettagliate al sindaco ed a Sylvia Hofer - presidente della circoscrizione Piani Rencio - che ha sollevato con forza la questione: «Qui la situazione è diventata invivibile e inacettabile» . “Black sheep”, “Mr Ale” (ex Margi), “Downtown” e “Nadamas” avanzano compatti.

Una nuova ordinanza - spiegano in estrema sintesi - li ucciderebbe. «Rispettiamo le regole di civile convivenza, stacchiamo la musica alle 23 come da normativa se porte e finestre sono aperte, puliamo la piazza tutti i giorni dopo la chiusura e la lasciamo perfetta, concediamo l’uso dei servizi igienici a tutti, non solo ai nostri clienti che all’esterno sorseggiano solo da bicchieri di carta o plastica per evitare gli ovvi problemi dovuti al vetro. Chiudiamo regolarmente entro l'orario stabilito, siamo estremamente collaborativi con le forze dell'ordine... diteci che altro dovremo fare?».

Baristi e ristoratori non hanno dubbi: «Se ci vedremo costretti ancora una volta a rinunciare ad una fetta di lavoro dovremo procedere con una serie di misure per sopravvivere. Dovremo rinunciare - purtroppo - ad alcuni dipendenti che si troveranno disoccupati nel pieno della stagione estiva. Non escludiamo inoltre di rivedere gli orari, reinventarci in altri tipi di servizi e valutare di ampliare l’apertura perché sarebbe insostenibile dover rinunciare al 50% dell'incasso settimanale. Ricordiamo ai rappresentanti della circoscrizione ed alle istituzioni che il nostro lavoro occupa oltre 50 dipendenti e muove economie per centinaia di migliaia di euro sempre ricordando che offriamo un servizio sociale fondamentale sia alla cittadinanza che al turismo».

Esercenti dunque profondamente contrari a nuove restrizioni dopo due anni di pandemia e dopo l’ordinanza dello scorso anno che li ha danneggiati pesantemente senza risolvere il problema.

La questione centrale - per i titolari - non sono i clienti dei loro locali ma chi fa l’alba in piazza e si porta da bere ed amplificatori. «Che senso ha punire noi ed indirettamente i nostri clienti se la questione è un’altra?». Per tutti questi motivi chiedono un incontro che miri ad una soluzione condivisa. «Ci siamo resi disponibili ad un incontro con le categorie e con i residenti per discutere delle problematiche che sono emerse rispetto all'area dove operiamo ma “ahinoi” nessuno si è mai fatto vivo al momento. Non siamo stati coinvolti e non lo sono stati neanche i rappresentanti di categoria. Nessuno è stato invitato ad un qualsivoglia incontro preventivo al quale avremo potuto portare spunti interessanti. Attendiamo risposte, fiduciosi che il buon senso prevarrà per centrare l’obiettivo e colpire chi in questo momento sta creando un danno a tutti noi e non i soliti imprenditori».

Dalle 23 alle 5 del mattino - e questo per tutto luglio ed agosto - sarà vietato disturbare la quiete pubblica con impianti di amplificazione che sparano musica a tutto volume. Pena il sequestro dell’apparecchiatura e sanzioni da 200 a 600 euro. Vietate, sempre tra le 23 e le 5 del giorno successivo, le consumazioni in strada; che saranno invece ammesse per i clienti dei locali che si siedono nei plateatici. L’ordinanza oltre che piazza Erbe, riguarderà le altre zone della città dalle quali - in particolare con l’arrivo del caldo - sono tornate ad alzarsi le proteste.

La parte più critica è rappresentata dal centro storico: via dei Vanga, Bottai, Grappoli, Laurin, Garibaldi, Marconi, Rosmini, Dante; quindi la zona al di là di ponte Talvera: da corso Libertà a piazza Vittoria poi giù in via Diaz, via Cadorna e parco Petrarca; l’altra area problematica, in cui verrà applicata l’ordinanza, si trova nel quartiere Casanova: si tratta di piazza Anita Pichler e vie limitrofe.

Per Piazza Erbe, pagano tutti.













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