Puglisi: «Non rinuncio Quel lavoro mi interessa» 

Giallo sul possibile passo indietro dall’incarico di «ambasciatrice» dell’Alto Adige L’ex senatrice: «Ho partecipato a una selezione». Kompatscher sotto attacco



BOLZANO. Oltre la polemica, si sprofonda nel giallo del passo indietro di Francesca Puglisi (ex senatrice Pd, esperta di pubbliche relazioni) dall’incarico romano per curare l’immagine dell’Alto Adige. Nella tempestosa seduta della direzione Svp di martedì, con il presidente Arno Kompatscher sotto attacco per quell’incarico vinto dall’ex compagna di Gianclaudio Bressa, solo un sms è riuscito a calmare le acque. Durante la discussione Kompatscher ha ricevuto un messaggio che diceva in sostanza, «inutile agitarsi tanto, Francesca Puglisi rinuncia». E questo ha riferito Kompatscher ai colleghi di partito impegnati in uno dei più pesanti attacchi registrati contro il presidente. Perfino le persone più vicine considerano questa vicenda un pericoloso passo falso, nonostante Kompatscher replichi seccamente a tutti che «la giunta ha semplicemente preso atto dei risultati di una selezione. Guai se la politica iniziasse a interferire con i concorsi». È evidente che il «caso» Puglisi è diventato anche uno strumento per logorare Kompatscher. Come detto, l’sms ha sedato la ribellione e ieri è stata fatta circolare la voce che sarebbe in arrivo una lettera di rinuncia. Francesca Puglisi è attesa entro il fine settimana a Bolzano per siglare il contratto. Ma ecco la sorpresa, l’interessata non ha alcuna intenzione di farsi da parte. Contattata telefonicamente, così ha risposto alle nostre domande.

Francesca Puglisi, a Bolzano si dà per imminente la sua rinuncia all’incarico a termine come esperta alle dipendenze dell’Agenzia di stampa e comunicazione.

«Veramente?».

Sì. Ha deciso di rinunciare?

«No. Ho partecipato a una selezione, pubblicata sul sito della Provincia. Ho rispettato tutte le procedure, il mio curriculum corrisponde al profilo richiesto e per quando mi riguarda è tutto».

A Repubblica di Bologna lei stessa aveva dichiarato che stava valutando se accettare o meno.

«Non essendo più in Senato, ho fatto molti colloqui. Il lavoro per cui ho vinto la selezione mi interessa molto ed è perfettamente in linea con quanto ho fatto prima di essere eletta in Senato (la scorsa legislatura, ndr). Ho lavorato nel settore pubblico e privato, partecipato alla organizzazione di eventi. Mi ero dimessa dal mio ultimo lavoro per ragioni di opportunità al momento dell’elezione».

C’è molta tensione attorno al suo incarico, anche all’interno della Svp viene sollevato il tema dell’inopportunità di un incarico di questo tipo a una ex senatrice.

«Le incompatibilità vengono definite per legge. Non c’è nulla di incompatibile nel riprendere il proprio lavoro».

Questa la situazione fino a ieri pomeriggio. Se la rinuncia non arriverà, nella Svp ripartirà la guerra. Lo stesso Obmann Philipp Achammer aveva dato voce al malessere, annunciando al Dolomiten «il partito vuole una soluzione». Non è allora escluso che chi doveva chiedere a Francesca Puglisi il sacrificio della rinuncia, non ci stia più. Meglio la prova di forza, che la capitolazione. E così parte la contraerea: sulla stampa tedesca compaiono retroscena sulla veemenza con cui il capogruppo provinciale Oswald Schiefer si è scagliato contro il caso Puglisi: si ricorda che a Roma mentre viene affidato un incarico all’ex senatrice del Pd, è rimasta senza contratto in Parlamento Sonja Schiefer, nipote del consigliere, per diversi anni collaboratrice dei gruppi Svp. (fr.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi
la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli

Attualità