Bolzano

Rumore in Zona, Comune pronto a rivedere gli indici 

Il sindaco Renzo Caramaschi attende lo studio del Cnr, è probabile un innalzamento dei livelli come richiesto dalle aziende. Ai primi di settembre il vertice con Assoimprenditori



BOLZANO. Gli industriali chiedono una visione per Bolzano. E Bolzano, cioè il Comune, che risponde? «Facendo ad esempio quello che chiedono da anni». E cioè? «Il piano di classificazione acustica aggiornato».

Il sindaco, per i particolari, attende lo studio commissionato al Cnr che è alle battute finali ma, nella sostanza, sa già che i nuovi parametri verificati dopo attenti studi saranno, agli occhi del mondo produttivo, più favorevoli che in passato.

Ma poi Assoimprenditori chiede anche che la Zona resti tale... «La Zona non rinuncerà mai - è la promessa di Caramaschi - alla sua identità storica. E il piano rumore andrà nella direzione di una maggiore comprensione delle esigenze di chi lì produce un pil decisivo per la nostra economia».

Ma qui entra in campo anche il quando questo atteso piano ricontornato nei suoi parametri acustici verrà concluso e presentato agli stakeholders. «Tra un mese e mezzo, poco dopo settembre» rivela il sindaco. È un primo passo, questo, per avvicinare le posizioni tra politica e mondo produttivo. Il quale si appresta a elaborare nei dettagli le direttrici della sua idea di sviluppo urbano, in termini di proposte per riassettare lo schema viabilistico della città, croce e mai delizia di chi ci vive in mezzo, ma estendendo il proprio manifesto anche a settori interconnessi come quello abitativo e culturale, puntando soprattutto ad un miglior dialogo tra i soggetti in campo: Provincia, Comune e Università. In questo senso ciò che emerge dalle aziende, portato avanti in particolare dalla sezione del capoluogo di Assoimprenditori, è la richiesta pressante di un tavolo operativo condiviso tra le istituzioni che si dividono il governo della città «per evitare che si vada avanti con provvedimenti tampone e non coordinati».

La riunione da cui dovrebbe uscire questo “cahiers de doleances” è stata convocata per il primo di settembre. Uno dei punti nodali delle richieste riguarda, proprio in termini di connessione tra enti territoriali, la configurazione di una Bolzano “città metropolitana”, in cui le politiche viabilistiche, la gestione dei pendolari e gli schemi di insediamento abitativo, possano essere decisi insieme, a seconda delle rispettive esigenze di espansione. «Ma il Comune da solo in questo caso può fare poco - aggiunge a sua volta Caramaschi - perché la sede istituzionale del Consorzio dei Comuni vede sempre Bolzano in minoranza numerica e il suo sindaco costretto a battagliare con decine di altri che guardano altrove...».

Come ad esempio capita a Laives e Appiano che a fatica pensano ad un possibile coordinamento tra territori vicini e ben si guardano dall'aprire il loro ad una possibile espansione bolzanina fuori dal proprio municipio. «Per questo dico che in tal caso - specifica il sindaco di Bolzano - dovrà essere la Provincia a far sedere allo stesso tavolo noi e loro. Anche se molti progressi sono stati compiuti, ad esempio, nella gestione dei flussi dei pendolari con aziende e municipi che ospitano, nei dintorni del capoluogo, la maggior quantità di turisti». Dunque palla alla Provincia. Che è “dominus” di un terzo della città, vale a dire la sua zona industriale e può fare pressione sui municipi dei dintorni per immaginare una comune politica abitativa. «Noi ci siamo» promette Caramaschi. P.CA.













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