Scuola plurilingue: Svp e partiti italiani convocano gli esperti in Consiglio

In consiglio provinciale si terrà a breve un'audizione pubblica, di tecnici ed esperti di scuola plurilingue. La vuole la commissione speciale per la seconda lingua, appena insediatasi


Davide Pasquali


BOLZANO. In consiglio provinciale si terrà a breve un'audizione pubblica, di tecnici ed esperti di scuola plurilingue. La vuole la commissione speciale per la seconda lingua, appena insediatasi. Il clima in commissione è disteso: ci sono spiragli di apertura. Talmente evidenti che le destre tedesche, Südtiroler Freiheit e Freiheitlichen, seppure invitati a farne parte, hanno declinato: non interessa. La commissione speciale è un istituto del consiglio provinciale piuttosto sui generis e non molto frequente. Perché ne fanno parte non i consiglieri in ragione del peso proporzionale del loro partito di riferimento (tradotto: i pesci piccoli non è detto che vengano coinvolti), bensì vengono invitati a partecipare tutti i gruppi consiliari: un consigliere per ogni gruppo. Ci sono tutti e tutti valgono per uno.

Un'occasione più unica che rara, ma stavolta non tutti l'hanno colta. C'è infatti una commissione appena insediatasi, la commissione speciale sulla seconda lingua. Si è insediata mercoledì, con presidente Martha Stocker (Svp), vicepresidente Alessandro Urzì (Fli) e segretario Maurizio Vezzali (Pdl - Berlusconi per l'Alto Adige). Tolta la presidente e Andreas Pöder (Union für Südtirol), non ci sono altri consiglieri di lingua tedesca. Sembra poco, ma dice molto. Perché, seppure in diritto di partecipare, Freiheitlichen e Südtiroler Freiheit hanno espresso alla presidenza del consiglio provinciale la volontà di non esserci. I rumors in consiglio dicono che si sia anche insistito; pure con telefonate. C'è stato niente da fare.

E il perché del rifiuto si arguisce piuttosto semplicemente. «La commissione si riunirà giovedì», spiega la presidente Stocker. «Il clima è disteso e c'è concordanza sull'intenzione di fare il punto sullo status quo dell'insegnamento della seconda lingua in provincia. I temi da trattare sono stati stabiliti, ora dobbiamo metterci d'accordo sui singoli personaggi da sentire sulle questioni storiche, didattiche, giuridiche. Nella prima riunione eravamo tutti d'accordo sull'audizione, sui temi da trattare, sulla necessità di dover fare qualcosa. Soprattutto capire perché con tante ore di seconda lingua fatte a scuola non la si riesca a imparare. In un secondo tempo vedremo se sarà il caso di arrivare a proposte legislative». Insomma, un atto dovuto: fare il punto sulla situazione, fare chiarezza. Sarà questo a non andare giù a chi non vuol partecipare?

Ovviamente in commissione permangono posizioni differenti: i Verdi vorrebbero la scuola bilingue. La Lega spinge sull'apprendimento precoce («Da zero a sei anni», precisa combattiva Elena Artioli). La Svp stavolta non mostra chiusure; non parte prevenuta, come d'altronde sta accadendo nel gruppo di lavoro squisitamente politico avviato col Pd sempre sull'apprendimento plurilingue. Come precisa Alessandro Urzì - che chiede ai colleghi italiani «più coraggio di quello, seppur apprezzabile, mostrato finora da Gnecchi prima e Tommasini poi» - l'intera componente italiana è determinata: si deve fare di più. A metà fra cautele utopie e pretese, in mezzo al guado, sta il Pd. Ma il cambiamento pare sia nell'aria, e le destre tedesche se ne stanno ben ben lontane.

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