Sempre più violenze sul posto di lavoro

Ulrike Oberhammer (Commissione pari opportunità): «I casi di mobbing sono raddoppiati, presto un disegno di legge»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. In Alto Adige aumentano i casi di violenza, soprattutto psicologica, sul posto di lavoro ed a farne le spese sono ancora una volta le donne.

I dati ci dicono che nel 2015 167 donne (e 35 uomini) si sono rivolte alla consigliera di parità Michela Morandini per “discriminazioni multiple” e mobbing: dal totale (202) risulta che 125 persone erano dipendenti del settore pubblico e 77 di quello privato.

I colloqui informativi sono stati 63, le consulenze 92 e 47 le mediazioni effettuati.

Ulrike Oberhammer - presidente della Commissione provinciale pari opportunità - parla di una situazione pesante che va stroncata sul nascere: «Ricordo che ogni anno in Alto Adige più di 600 donne sono costrette a lasciare il lavoro perchè non riescono a conciliarlo con la famiglia. E spesso sono donne che sono state ostacolate e in qualche modo anche costrette ad andarsene perchè per esempio non hanno potuto godere di facilitazioni sull’orario. E noi per tutta una serie di motivi che si fanno sempre più pressanti in Provincia stiamo lavorando ad un disegno di legge che contrasti ogni aspetto del mobbing ed abbiamo fretta. Certo ci rendiamo conto che si tratta di una questione complessa anche perché in Italia non esiste ancora una normativa specifica... nonostante tutto andiamo veloci». L'obiettivo è quello di puntare alla prevenzione e potenziare ed integrare la rete di servizi già esistenti oltre ad incrementare l'azione di sensibilizzazione ed informazione sulle varie possibilità che le donne oggi hanno in Alto Adige per chiedere aiuto e sostegno. «Fondamentale è la denuncia: solo che si muove può essere aiutato, tacere non aiuta!». Michela Morandini ci racconta che i casi di violenza sul posto di lavoro sono addirittura raddoppiati. Aumentano le pratiche persecutorie o, più in generale, le violenze psicologiche perpetrate dal datore di lavoro o da colleghi ai danni di un dipendente. Oltre a casi di mobbing, la consigliera viene contattata spesso per intervenire per richieste di part-time respinte: «Di frequente, nel pubblico, spiegano che il contingente è già stato raggiunto, per quanto riguarda il privato posso invece dare consulenze in merito: conciliare queste esigenze e trovare modelli alternativi è un'autentica sfida. E vi assicuro che il mobbing rappresenta un problema, in quanto per il diritto non esiste: bisogna concretizzare le accuse... molto avviene in una zona grigia. Al momento penalizzazioni e discriminazioni colpiscono soprattutto i gruppi più deboli, in una situazione di crisi del mercato del lavoro soprattutto lavoratrici con scarso livello d’istruzione, o di una certa età, madri, e con background migratorio». Le donne subiscono questo trattamento soprattutto da parte dei superiori di sesso maschile, ma capita che siano le stesse colleghe a rivolgere azioni persecutorie mirate contro la vicina di scrivania incapace di difendersi e di reagire. Tra gli altri temi caldi - e parliamo sempre di violenza - anche il demansionamento al rientro dalla maternità, l'interruzione del rapporto di lavoro non appena passato un anno dal parto (il primo anno è tutelato dal licenziamento) e la differenza di retribuzione rispetto all’uomo.

E siccome fondamentale è la denuncia ricordiamo a chi ha bisogno di una mano che la consigliera di parità - Morandini - è insediata presso il consiglio provinciale in via Cavour 23/c ed offre consulenze su prenotazione a Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico.

Per entrare in contatto basta telefonare allo 0471 326 044 o scrivere all’indirizzo mail consiglieradiparita@consiglio-bz.org













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