Senzatetto in stazione, Chiusa chiede sicurezza

Con una lettera duecento residenti hanno sollecitato l’intervento del Comune Il sindaco: «Li comprendo, faremo tutto il possibile per trovare una soluzione»


di Fausto Da Deppo


CHIUSA. I residenti delle zone attorno alla stazione ferroviaria a Chiusa si sono stancati e hanno scritto una lettera al Comune. Nei mesi scorsi, i bivacchi dei senza tetto nella sala d’aspetto hanno riproposto problemi di igiene che già erano emersi in passato. Stavolta, però, l’allarme si è concentrato ancor di più sulla sicurezza. Nel messaggio indirizzato al sindaco Maria Anna Gasser Fink, duecento firmatari affermano di “avere paura”: «Non ci sentiamo più al sicuro nelle nostre case, nel nostro quartiere”. La sicurezza, sottolineano nella lettera al Comune, “è diminuita di anno in anno e chiediamo esplicitamente che l’amministrazione pubblica intervenga per trovare una soluzione».

Gasser Fink ha raccolto l’appello, ha subito condiviso una preoccupazione che ritiene “giustificata”: «È un problema di igiene, perché questa gente che dorme in stazione lascia in giro o accumula qua e là ogni genere di rifiuti e, inoltre, fa i propri bisogni dove capita. Ma è anche un problema di sicurezza». Appena letta la lettera, arrivata in municipio sul finire di aprile, ha promesso di «fare tutto il possibile per migliorare la situazione e risolvere l’emergenza». Nei giorni scorsi, poi, il sindaco ha incontrato l’assessore provinciale Martha Stocker e il presidente provinciale Arno Kompatscher, da cui ha ricevuto l’appoggio per un’iniziativa da perfezionare in accordo con il questore Giuseppe Racca: applicare, in base a un decreto governativo, il divieto di soggiorno per motivi di sicurezza alle persone che utilizzano i locali della stazione come bivacco.

«Per la verità - ha aggiunto ieri il sindaco - in questi giorni i senzatetto non sono più segnalati in stazione nelle ore notturne». I residenti dei dintorni, peraltro, temono che gli ospiti sgraditi possano tornare. È già successo dopo l’allontanamento nel dicembre 2015 di una dozzina di individui che “alloggiavano” nelle stanze destinate ai viaggiatori in attesa dei treni. È successo nel dicembre scorso, quando un altro gruppo di persone senza fissa di dimora, individuate in gran parte come provenienti da paesi dell’est europeo, era stato segnalato ancora in stazione, con materassi di fortuna e il corredo di cose di chi improvvisa una casa dove capita. Dei senzatetto, nei loro periodici ritorni, hanno preso nota i carabinieri e la polizia ferroviaria di Bressanone, anche per il Comune, ovviamente, la situazione descritta dalla lettera non era nuova. Ma fin qui quello che è stato fatto non è evidentemente stato abbastanza e ora il sindaco Gasser Fink è di nuovo al lavoro sul problema.

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