Slot machine, sconfitti altri due bar

Il Tar respinge i ricorsi del «Beverly Hills» di via San Vigilio e del «Don Bosco» nell’omonima piazza



BOLZANO. Il principio di tutela della concorrenza sul mercato non può essere inteso in termini assoluti ma debbono essere consentite limitazioni quando l’attività economica rechi danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana e risulti in contrasto con l’utilità sociale.

E’ questo il principio base richiamato dai giudici del Tar di Bolzano che hanno respinto altri due ricorsi depositati da titolari di locali pubblici colpiti dall’ordinanza di rimozione delle cosiddette “slot machine” attivate nonostante in palese contrasto con la normativa provinciale in vigore che le vieta in prossimi dei cosiddetti luoghi sensibili. I ricorsi sono stati curati dagli avvocati Juri Andriollo e Giuseppe Avolio. In sentenza i giudici rilevano che la normativa provinciale è pienamente giustificata al fine di evitare che possano essere indotti al gioco «soggetti psicologicamente più vulnerabili o immaturi e quindi maggiormente esposti all’illusione di conseguire vincite e facili guadagni».

I giudici ribadiscono in sentenza la legittimità dei provvedimenti assunti rilevando per entrambi i bar in questione l’eccessiva vicinanza di centri giovanili e scuole.

Il Tar di Bolzano sottolinea poi come appaia manifestamente infondata la questione di illegittimità costituzionale formulata dalle due società ricorrenti («H.S.H. snc di Shi Liang & C.» e «Mifra Sas di Cimine Ernesto & C.») in merito alla presunta incompetenza della Provincia a legiferare in materia.

Già nel 2011 (sentenza numero 300) la Corte Costituzionale aveva eliminato ogni dubbio sottolineando come l’intervento del legislatore provinciale non possa essere considerato invasivo della competenza statale esclusiva in materia di ordine pubblico e sicurezza. Le norme richiamate nei provvedimenti riguardano invece «nella materia sociale della tutela dei minori e in quella della tutela del territorio, materia della quale la Provincia autonoma di Bolzano esercita potestà legislativa esclusiva. Oltre tutto in sentenza si sottolinea che le stesse norme provinciali in vigore, sotto il profilo della necessaria tutela delle fasce più deboli e a rischio, sono perfettamente in linea con quanto previsto a livello nazionale dal “decreto Balduzzi” che dispone la rimozione degli apparecchi da gioco quando si trovi no nel raggio di 300 metri dei luoghi cosiddetti “sensibili”, esattamente come previsto in Alto Adige. (ma.be.)

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