Il processo

Soldi spariti dai conti dei genitori

Un altoatesino di 53 anni è sotto processo per peculato: avrebbe approfittato della sua posizione di amministratore di sostegno del padre e della madre, ormai molto anziani. Dai conti in banca sparirono 105 mila euro. È figlio unico ma venne segnalato dal giudice tutelare


Mario Bertoldi


BOLZANO. Un altoatesino di 53 anni rischia il processo per peculato in quanto si sarebbe impossessato per spese private di denaro che aveva a disposizione per far fronte alle esigenze dei genitori. In sostanza l’uomo è accusato di aver approfittato della sua posizione di amministratore di sostegno dei genitori anziani che nel frattempo, purtroppo, sono passati a miglior vita. L’uomo che è figlio unico ed avrebbe dunque ereditato in toto il denaro che i genitori avevano sul conto in banca, sta affrontando il procedimento in sede preliminare per effetto della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura della Repubblica.

L'altro giorno davanti alla giudice Carla Scheidle, l’avvocato Marcello Mancini ha depositato una corposa memoria difensiva scritta che ha indotto la giudice a rinviare l’udienza a settembre anche per permettere alla Procura di prendere posizione. A innescare l’inchiesta sarebbe stato, nei mesi scorsi, il giudice tutelare che non ritenne convincente e sufficientemente trasparente la relazione dell’imputato su alcuni prelevamenti bancari effettuati per conto dei genitori con superamento dei limiti di spesa previsti.

La somma che secondo la Procura sarebbe stata indebitamente prelevata da alcune banche sarebbe stata complessivamente di 105.207,71 euro. Una somma rilevante che secondo il capo d’imputazione sarebbe stata sottratta dai conti della sola madre dell’imputato.

In realtà ieri mattina l’avvocato Mancini ha puntualizzato che l’uomo era stato nominato, anche se in tempi diversi, amministratore di sostegno di entrambi i genitori con la conseguenza che i limiti di spesa andavano - di fatto - raddoppiati.

L’imputato era stato nominato amministratore di sostegno della madre dal 2010: secondo l’accusa l’uomo avrebbe utilizzato il denaro in questione per pagamenti Pos e bonifici per proprie spese sanitarie, sanzioni amministrative , rinnovo per quota associativa di riserva di caccia, pagamento di alimenti alla ex moglie, parcelle di avvocati ed altri professionisti sino al pagamento di tasse. Nella memoria difensiva scritta l’avvocato Mancini ieri ha anche sottolineato che i genitori erano anche soliti aiutare il figlio per far fronte alle sue esigenze. Questo sarebbe accaduto anche prima dei prelevamenti finiti sotto inchiesta durante l’amministrazione di sostegno. La situazione, dunque, per lo meno sotto il profilo dell’elemento soggettivo, sarebbe tutt’altro che definita per quanto riguarda il dolo.













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