Solland Silicon, esplode la rabbia operaia

Ieri mattina un gruppo di operai ha bloccato l’accesso ai vertici dello stabilimento: «Stufi di aspettare le tante promesse»


di Ezio Danieli


MERANO. La tensione si tagliava a fette, ieri mattina alla ex Memc. Oltre una trentina di operai della Solland Silicon hanno manifestato, presidiando, per alcune ore con un picchetto, l'ingresso della fabbrica di Sinigo. Mesi e mesi di insicurezza in merito al posto di lavoro, stipendi in arretrato. E la vita che va avanti, con le famiglie, i mutui e le bollette da pagare. Insomma una realtà non certo rosea per gli operai. Con la loro azione questi ultimi hanno voluto impedire l'accesso in fabbrica ai responsabili locali della ditta, in particolare al braccio destro di Pugliese, Marco Artese, ed a Claudio Pasolli, responsabile tecnico dello stabilimento. È stata l'occasione, per ribadire per l'ennesima volta, la rabbia e l'indignazione per il mancato pagamento degli stipendi di novembre, dicembre, della tredicesima e di tutte le altre spettanze dei lavoratori stessi. La protesta, iniziata alle 7.30, si è poi protratta anche nel pomeriggio quando a Sinigo sono arrivati i sindacalisti per fare il punto sulla situazione. Una manifestazione, quella del mattino, che non era stata indetta con l'appoggio del sindacato. Segno, anche questo, che la tensione è a mille. È servita però a sottolineare, con efficacia, il malcontento degli operai per la situazione, gravissima, in cui si trova la Solland Silicon per la quale continua il clima di pesante incertezza per quanto riguarda la ripresa dell'attività produttiva nonostante i segnali che arrivano dallo stesso Massimo Pugliese, il titolare della Pufin Power di cui fa parte appunto la fabbrica di Sinigo. Gli operai, schierati davanti all'ingresso, hanno ribadito le loro difficoltà - legate soprattutto ai mutui da pagare. Rrlando frasi di accusa nei confronti dello stesso Pugliese invitato a mettersi da parte dopo i tanti guai che ha combinato dal momento in cui ha acquisto, oltre un anno fa, la proprietà del reparto policristallo dopo la trattativa con la Solland Silicon.

Gli operai hanno ribadito, in estrema sintesi, quanto hanno scritto sui numerosi manifesti che ancora tappezzano l'ingresso della fabbrica. A proposito del mancato pagamento degli stipendi arretrati, lo stesso Artese ha avuto modo di dire che "bisogna attendere i tempi tecnici necessari. Anche il sottoscritto deve aspettare visto che pure il mio stipendio ancora non è stato pagato". La manifestazione si è svolta senza incidenti, controllata a distanza dalla polizia di Stato intervenuta sul posto dopo che gli animi si erano surriscaldati, come era facile prevedere vista l'esasperazione (giustificata) di tutti i lavoratori.

Un particolare curioso che conferma come la situazione della Solland Silicon sia giunta al limite: ieri mattina è arrivato un camion che doveva consegnare un carico di azoto. Il conducente, prima di scaricarlo, ha chiesto che l'ordinativo fosse pagato. A versagli il conto è stata la SunEdison perché la Solland Silicon non disponeva dei soldi necessari.













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