Stipendi da fame, interviene il giudice

Lungodegenti Firmian, agli infermieri della coop va applicato il contratto sanità. Dovranno essere pagati tutti gli arretrati


di Mario Bertoldi


BOLZANO. I sindacalisti della Cisl di Bolzano la definiscono una sentenza esemplare. E’ quella con la quale la giudice del lavoro Francesca Muscetta del Tribunale di Bolzano ha accolto in pieno le istanze del sindacato che ha sempre ritenuto illegittimo il tipo di contratto applicato dalla cooperativa Kcs di Bergamo ai 140 dipendenti impiegati come assistenti all’interno della struttura per lungo degenti «Firmian».

Nel 2008 la cooperativa in questione era riuscita ad assicurarsi il rinnovo dell’appalto per la gestione della struttura per un importo di poco inferiore ai 50 milioni di euro. Una gara vinta col massimo ribasso. La cooperativa bergamasca riuscì probabilmente a spuntarla (ed a battere la concorrenza) anche con un escamotage che prevedeva l’applicazione di un contratto che ora il giudice ha riconosciuto illegittimo.

In sostanza nella struttura per lungo degenti di Firmian la cooperativa Kcs ha sempre applicato il contratto previsto per le cooperative sociali in base al quale ai 140 dipendenti della struttura vengono elargiti stipendi del tutto inadeguati (meno di mille euro al mese) a fronte di un carico di lavoro molto pesante (circa 250 ore al mese). Era stata proprio la Cisl ad avviare il contenzioso.

In un primo tempo si pensava di poter risolvere il caso con una trattativa sindacale che coinvolgesse anche l’Azienda sanitaria locale. In realtà un accordo non fu mai raggiunto e la Cisl si vide costretta ad avviare un contenzioso legale davanti al giudice del lavoro.

Nel corso del contenzioso emerse che l’appalto (vinto dalla cooperativa Kcs) prevedeva la gestione per dieci anni di una struttura socio-sanitaria mentre in realtà il centro per lungo degenti di Firmian è da considerare a tutti gli effetti una struttura sanitaria in quanto la parte sociale è irrilevante rispetto all’aspetto assistenziale sanitario.

In sostanza la Cisl chiamò in causa anche l’Azienda sanitaria accusandola di aver sbagliato l’appalto.

I vertici dell’Asl non hanno mai riconosciuto questo tipo di errore e la vicenda è così finita definitivamente al vaglio del giudice del lavoro che ora, come detto, ha accolto in pieno le tesi della Cisl. Prima di avviare il contenzioso legale il sindacato cercò anche di modificare la posizione dell’Asl e della Cooperatica Kcs con due scioperi , (uno a dicembre 2009 ed un altro a febbraio 2010) senza però alcun risultato . Ora la sentenza della giudice Francesca Muscetta riconosce che per i lavori impiegato all’interno della struttura per lungodegenti «Firmian» va applicato il contratto collettivo della sanità privata e non quello delle cooperative sociali.

Il giudice riconosce in sentenza che gli addetti all’assistenza delle persone anziane non più autosufficienti sono effettivamente infermieri e non possono essere inquadrati come assistenti generici (con uno stipendio molto basso). Le conseguenze della sentenza sono rilevanti perchè il contratto di lavoro della sanità privata prevede stipendi mediamente più alti di 200 euro al mese per ogni operatore impiegato, senza contare la maggiore valutazione salariale anche delle domeniche e dei giorni festivi di lavoro e degli straordinari. La sentenza prevede anche un principio importante: visto l’errore iniziale che ha caratterizzato la gara d’appalto, se la cooperativa Kcs non fosse in grado di far fronte economicamente al pagamento di tutti gli arretrati, dovrà intervenire la stessa Asl.

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