caro energia

Strade, tagli all’illuminazione. I sindaci: problemi di sicurezza 

Bollette dell’energia astronomiche impongono di cercare di risparmiare sui lampioni. Consorzio dei Comuni perplesso sul decreto della Provincia che consente di ridurre del 50% la luminosità



BOLZANO. «Il problema non è mettere qualche luminaria in meno per l’Avvento o diminuirne la luminosità, ma tagliare lì dove possibile sull’illuminazione pubblica che - con l’esplosione dei costi delle bollette - sta mettendo in forte difficoltà tutti i Comuni». A sollevare il problema, nell’ultima riunione del Consorzio dei Comuni, è stato il sindaco di Laives Christian Bianchi che ha visto lievitare il conto di energia e gas dai 750 mila euro del 2021, ai 3 milioni di quest’anno.

La discussione è nata dal fatto che i sindaci erano chiamati a dare un parere sull’intenzione della Provincia di anticipare con apposita delibera - già a Natale 2022 - l’obbligo di ridurre la luminosità degli addobbi e la durata dell’accensione.

«Noi - spiega Andreas Schatzer, presidente del Consorzio e sindaco di Varna - abbiamo dato parere negativo. Condividiamo la scelta, ma non riteniamo che sia necessario adottare una delibera. Per il semplice fatto che tutti i sindaci si sono già organizzati, per ridurre il numero degli addobbi e/o la durata dell’accensione. Siamo invece tutti d’accordo di verificare - sotto il profilo della responsabilità - la possibilità di diminuire, lì dove possibile, l’illuminazione stradale. Ciò avverrebbe in aggiunta a tutta una serie di misure che scatteranno dal primo gennaio 2023 e prevedono l’obbligo di spegnere l’illuminazione delle insegne, dei pannelli, le scritte autoilluminanti e di tutte le tipologie d’illuminazione decorativa e delle vetrine, comprese quelle dei monumenti architettonici ed artistici, tra le 23 e le 6, con l’eccezione delle attività aperte. Provvedimenti pensati a suo tempo dalla Provincia per ridurre l’inquinamento luminoso e invece oggi necessarie per contenere i costi dell’energia».

Il decreto della Provincia consentirebbe - lì dove possibile - di diminuire del 50% la luce dei lampioni.

«Il problema - spiega ancora Schatzer - è che mentre sui lampioni di ultima generazione si può ridurre l’intensità della luce; su quelli vecchi non è possibile. Bisogna proprio spegnerli».

Di qui la proposta del sindaco Bianchi: «Solo a Laives abbiamo tremila lampioni. Ho scritto alla Provincia per chiedere, se in particolare nelle strade fuori dal centro abitato, sia possibile spegnere un lampione sì e uno no».

Un’ipotesi questa ritenuta interessante anche dagli altri sindaci alle prese con bollette dell’energia astronomiche. «A Bolzano - dice il sindaco Renzo Caramaschi - il conto dell’energia e del gas è raddoppiato dallo scorso anno, passando dai 5/6 milioni agli 11/12. Se si può risparmiare sull’illuminazione stradale, ben venga, ma bisogna stare attenti, perché ci potrebbero essere dei problemi di sicurezza di cui potremmo essere chiamati a rispondere, nel caso in cui dovesse succedere qualcosa».

Per questo il Consorzio ha deciso di approfondire la questione con l’assicurazione: «Dobbiamo capire - spiega il presidente del Consorzio - se ci esponiamo a delle responsabilità, spegnendo metà dei lampioni di una strada o riducendo l’intensità dell’illuminazione. La situazione è delicata, per questo bisogna approfondire quali margini di manovra abbiamo». A.M.

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