Talvera: niente proroga ai giochi

La battaglia dei gestori di trampolino e trenino: non ce ne andiamo



BOLZANO. Alla fine di novembre scade la concessione: chiuderà il trampolino e si fermerà il trenino dei piccoli che gira sui prati del Talvera. Mirella Romano Fergemberger, che assieme a marito e figli gestisce i giochi, sta bussando a tutte le porte per capire perché, dopo 23 anni, la Provincia ha deciso di non rinnovarle più la concessione per l'utilizzo dell'area.

«In Provincia - spiega - mi hanno detto che l'area adesso è del Comune che avrebbe deciso di eliminare tutti i giochi a pagamento per metterci scivoli ed altalene. Sono stata in Giardineria, ma la dirigente non ne sapeva nulla. Forse la gestione potrebbe essere assegnata al Vke, ma è un'ipotesi. Domani vado dal presidente della Provincia Durnwalder e giovedì dal sindaco Spagnolli: per me e la mia famiglia è questione di sopravvivenza. Noi viviamo su quei giochi che sono alla portata di tutte le tasche: un euro il giro in trenino, due il trampolino».

In realtà, neppure il direttore del Vke Roberto Pompermaier sa nulla di questa vicenda: «Mai parlato di quell'area sui prati del Talvera. Mai chiesto nulla». Lo stesso dicasi per l'assessore alle politiche sociali e ai giovani Mauro Randi: «Da quanto mi risulta nessuno ha mai chiesto alla Provincia di trasferire al Comune quel terreno».

E allora chi e perché, si chiede Mirella Romano Fergemberger, ha deciso di non rinnovarci più la concessione? Lei, madre di sette figli, è decisa a resistere. «Mi lego al trampolino se ci tolgono il lavoro. Ci sono tanti genitori che, dopo aver saputo che siamo costretti a chiudere, hanno annunciato che faranno una raccolta di firme. I bolzanini si sono affezionati ai nostri giochi: ci sono mamme che venivano quando erano piccole e oggi portano i figli».

La famiglia Fergemberger, una tradizione di giostrai alle spalle, è arrivata 23 anni fa a Bolzano e d'allora non se n'è più andata. «Quando si hanno sette figli da crescere e mandare a scuola, è difficile continuare a spostarsi da una città all'altra. I giochi sul Talvera ci danno da vivere e per i bolzanini siamo diventati una sorta di istituzione. Siamo pronti anche a spostarci un po'se necessario, ma non ce ne andiamo».

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