Tolsero la pistola ad un vigile a Milano, il pm chiede di condannare due giovani bolzanini
Chiesto anche un patteggiamento. L'episodio risale al 2022
LA PROCURA. «Impugnarono quell’arma come un trofeo»
BOLZANO. La Procura di Milano ha chiesto condanne a 2 anni, con sospensione condizionale della pena, per due (bolzanini) dei tre giovani a processo con rito abbreviato per aver aggredito, disarmandolo, un agente della Polizia locale in borghese in zona Navigli, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 2022. Il terzo imputato, con l'ok dei pm, ha chiesto di patteggiare la pena, anche lui 2 anni con sospensione. Il giudice Roberto Crepaldi deciderà il prossimo 16 aprile.
L'inchiesta, coordinata dai pm Maria Cristina Ria e Ilaria Perinu, aveva accertato che i ragazzi facevano parte di un gruppo più ampio, in gran parte 'skater' di Bolzano e le immagini di quanto accaduto erano finite sul web. I tre imputati sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale perché si avvicinarono all'agente, che stava "svolgendo un sopralluogo" assieme ad una collega, e di fronte al suo rifiuto di consegnare loro il telefono con cui stava scattando delle foto, "lo circondavano e lo aggredivano con calci, spinte, pugni", nonostante l'altro agente avesse chiamato la centrale. Rispondono anche di rapina per avergli tolto dalle mani l'arma "con violenza", che impugnarono "come un trofeo". In più, l'accusa di porto in luogo pubblico della pistola e di lesioni sull'agente. Prima il vigile aveva sparato un colpo di avvertimento in aria, mentre un altro era partito in modo accidentale nella colluttazione. Gli agenti hanno revocato le costituzioni di parte civile, perché sono stati risarciti.
"L'abbiamo aggredito perché lui non si era mai qualificato come un agente e per quello volevamo togliergli l'arma che aveva", aveva spiegato, interrogato, uno dei tre. I loro legali, gli avvocati Antonio Buondonno e Nicola Nettis, hanno chiesto l'assoluzione nell'abbreviato, dopo aver depositato nuove immagini agli atti e invocando la "legittima difesa putativa", perché quei giovani, tra i 20 e i 23 anni, avevano visto il vigile sparare in aria appena uscito dall'auto e non sapevano chi fosse.