Trincanato: «Dopo 10 anni giusto farmi da parte»

L’assessore verde ha confermato ufficialmente la decisione di non ricandidarsi «La rottura col Pd e Spagnolli ha solo accelerato una decisione già presa»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Lascia, Patrizia Trincanato. «Basta, non mi candido più». Non è indagata, non è in attesa di giudizio, i suoi non l'hanno rottamata. Dice: «In dieci anni un politico dà il meglio di sé. Soprattutto se amministra. Se ci sta di più diventa un politicante».

A qualcuno fischieranno le orecchie. Salvo sorprese dell'ultima ora, è l'unico assessore, come anticipato dal giornale nei giorni scorsi, che rinuncia in partenza a combattere per la poltrona. Oddio, i suoi ecosociali corrono da soli, è saltata la coalizione col Pd ma non è detto che, in caso di ballottaggio, la sinistra non possa diventare strategica. E rientrare dalla finestra. «Grazie, è stato un piacere», dice prima di salutare. Ora tornerà al suo ufficio in Comune. Unico rimpianto? Non aver concluso il lavoro al Museo Civico. Ristrutturazione rinviata al 2016. Unica certezza: a maggio sarà inaugurato il museo delle Semirurali. Una buona notizia: «Tra un anno apre il cantiere del Polo bibliotecario. Spero sia finito nel 2019». Speriamo. Da assessora alla cultura ha aperto un po' di musei. Uno ristrutturato e ridedicato, quello della Vittoria. Uno nuovo: quello della scuola. Altri viandanti, le "pietre d'inciampo". Da responsabile dell'ambiente ha fatto arrivare Bolzano al 68% di differenziata. E a meno 44% di residuo.

E ora basta?

«E avanza. Dieci anni sono tanti. Si possono fare tante cose. Quindici sarebbero troppi. Sfido chiunque ad avere la stessa energia».

Altri ci riprovano.

«Io parlo per me. Altrimenti ci credo che la gente si allontana dalla politica. Non vede il ricambio, la novità. Si abitua al tran tran e non partecipa."

Ha contato l'alleanza naufragata col Pd e con Spagnolli?

«Erano anni che ci pensavo a questa cosa. L'ho maturata nel tempo. Ho convissuto a lungo con questa riflessione e alla fine l'ho presa».

Ma magari negli ultimi tempi ci ha riflettuto di più.

«Beh, sicuramente le ultime vicende non hanno aiutato. Ma continuerò a lavorare in politica con i miei Verdi. E per gli altri amici. Non mancherà il mio sostegno. Ma basta amministrare».

Il suo non è un esempio molto seguito.

«Vedo. C'è gente che sta in politica da più di 25 anni e non molla. Ma non fa bene alla politica. Purtroppo non vedo in giro tante facce nuove, eppure è questo che chiede la gente».

Bolzano esplode di iniziative culturali. Musica, mostre, giovani. Ma non di infrastrutture. La Provincia sembra non sentirci quando Bolzano chiede finanziamenti.

«E' così. Non c'è sufficiente consapevolezza del ruolo della città. Delle sue esigenze. Viene trattata come gli altri comuni, solo un poco più grande. E così non va».

Colpa del Comune?

«Anche. Batte poco i pugni sul tavolo».

E basta?

«No. Voglio togliermi un sassolino. Dico che anche chi ci rappresenta in Provincia e in giunta e conosce molto bene la situazione bolzanina non si è certo impegnato troppo».

Parla di Tommasini e Bizzo?

«Non voglio fare nomi. Ma i fatti sono questi».

Il Civico è ripartito a metà.

«Partirà sul serio tra un anno. Ma i soldi non crescono sugli alberi. E la Provincia ha sempre rinviato il sostegno al progetto».

Mentre quello della scuola no.

«Quello è il mio orgoglio. Concorrerà per il miglior museo italiano».

Avete firmato il contratto con la Seab. Bene o no?

«Benissimo. Questo contratto significa che per trent'anni acqua, fognature e tutto il resto saranno garantiti dal pubblico. Nessun privato ci speculerà».

A proposito, l'affaire Benko sarà rimandato a dopo il voto?

«Penso di sì. Ma non perché manca il tempo. Sapete come la penso in proposito ma dico: ci sarebbe una soluzione pratica e veloce per sgombrare il campo, un referendum».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità